martedì 7 gennaio 2014

Corsa all’oro nero nel Lodigiano


Indagini fino a 75 metri dai centri abitati. La corsa all’oro nero nella Pianura Padana non smette di interrogare i sindaci del Lodigiano. Il progetto, “sdoganato” nel mese di dicembre dalla giunta Maroni, è quello denominato “Belgioioso”, presentato dalla multinazionale AleAnna Resources, su un’area vasta circa 320 chilometri quadrati, distribuiti su tre province, Pavia, Milano e Lodi appunto. Nel Lodigiano sono 16 i campanili coinvolti, ovvero Borghetto, Borgo San Giovanni, Brembio, Casalpusterlengo, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Graffignana, Livraga, Marudo, Orio Litta, Ospedaletto Lodigiano, Pieve Fissiraga, Sant’Angelo, Senna, Valera Fratta e Villanova. Se ancora non sono stati chiariti i tempi, per molti amministratori ci sono altri dettagli ancora oscuri. In primis la distanza delle indagini dai centri abitati - che è stata fissata come non inferiore ai 75 metri - , ma anche gli eventuali risarcimenti per danni. Perché se è scritto nero su bianco, che la società lavorerà solo sulle aree per cui ha chiesto e ottenuto autorizzazione all’accesso, e che per eventuali danni è previsto un risarcimento, per cui saranno predisposte delle fideiussioni, «sarebbe opportuno capire, per esempio, quale grado di rischio è stato individuato perché per predisporre una fideiussone è stata di sicuro fatta un’indagine sui rischi solo che non ci è stata resa nota - spiega per esempio Marco Ravera, sindaco di Graffignana - : se alle domande dei comuni non vengono date risposte certe, la sensazione è che si stia giocando a carte coperte». Esclusa la tecnica considerata invasiva del fracking - ovvero si utilizza un fluido, spesso acqua, per creare e propagare una frattura del terreno - , nella delibera si chiarisce anche che è stata valutata la possibilità di effettuare dimostrazioni nei luoghi interessati con i “vibroseis”, che provocano onde sismiche per indagare la struttura sotterranea del terreno.I comuni, però, non sanno molto più di quanto è stato annunciato nei primi incontri organizzati. «Esiste un’autorizzazione regionale - argomenta il sindaco di Borgo, Nicola Buonsante - e la distanza di 75 metri non è un pericolo in sé, ma può diventare un rischio in caso di rilevamenti interessanti per lo sfruttamento. Come verrebbe organizzata l’estrazione? Con quali garanzie per i cittadini? Manderemo delle lettere in Regione per approfondire».
Cauti il sindaco di Sant’Angelo Crespi e quello di Vidardo Fondi. «L’importante è che tutto si svolga nella massima sicurezza per i cittadini e le infrastrutture - argomenta Domenico Crespi - : abbiamo tutte le tecnologie a disposizione per evitare di correre pericoli», mentre il collega di Vidardo, Oscar Fondi, aggiunge che «a mio parere non si corrono rischi, perché le onde sismiche generate vengono riassorbite entro 30 metri, quindi non entrano a contatto con le case». Perplesso su tutto il progetto il primo cittadino di Borghetto Lodigiano, Franco Rossi. «Avevamo chiesto chiarimenti che non ci sono mai arrivati - illustra - : anche se il nostro territorio è interessato in maniera marginale, e solo nella zona del Lambro, avevamo chiesto un censimento di tutte le case ad una distanza minima dagli interventi. Fa riflettere il fatto che, interventi simili, sono stati già effettuati in più occasioni e non è mai stato trovato niente di rilevante».
Indagini fino a 75 metri dai centri abitati. La corsa all’oro nero nella Pianura Padana non smette di interrogare i sindaci del Lodigiano. Il progetto, “sdoganato” nel mese di dicembre dalla giunta Maroni, è quello denominato “Belgioioso”, presentato dalla multinazionale AleAnna Resources, su un’area vasta circa 320 chilometri quadrati, distribuiti su tre province, Pavia, Milano e Lodi appunto. Nel Lodigiano sono 16 i campanili coinvolti, ovvero Borghetto, Borgo San Giovanni, Brembio, Casalpusterlengo, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Graffignana, Livraga, Marudo, Orio Litta, Ospedaletto Lodigiano, Pieve Fissiraga, Sant’Angelo, Senna, Valera Fratta e Villanova. Se ancora non sono stati chiariti i tempi, per molti amministratori ci sono altri dettagli ancora oscuri. In primis la distanza delle indagini dai centri abitati - che è stata fissata come non inferiore ai 75 metri - , ma anche gli eventuali risarcimenti per danni. Perché se è scritto nero su bianco, che la società lavorerà solo sulle aree per cui ha chiesto e ottenuto autorizzazione all’accesso, e che per eventuali danni è previsto un risarcimento, per cui saranno predisposte delle fideiussioni, «sarebbe opportuno capire, per esempio, quale grado di rischio è stato individuato perché per predisporre una fideiussone è stata di sicuro fatta un’indagine sui rischi solo che non ci è stata resa nota - spiega per esempio Marco Ravera, sindaco di Graffignana - : se alle domande dei comuni non vengono date risposte certe, la sensazione è che si stia giocando a carte coperte».
Esclusa la tecnica considerata invasiva del fracking - ovvero si utilizza un fluido, spesso acqua, per creare e propagare una frattura del terreno - , nella delibera si chiarisce anche che è stata valutata la possibilità di effettuare dimostrazioni nei luoghi interessati con i “vibroseis”, che provocano onde sismiche per indagare la struttura sotterranea del terreno.
I comuni, però, non sanno molto più di quanto è stato annunciato nei primi incontri organizzati.
«Esiste un’autorizzazione regionale - argomenta il sindaco di Borgo, Nicola Buonsante - e la distanza di 75 metri non è un pericolo in sé, ma può diventare un rischio in caso di rilevamenti interessanti per lo sfruttamento. Come verrebbe organizzata l’estrazione? Con quali garanzie per i cittadini? Manderemo delle lettere in Regione per approfondire».
Cauti il sindaco di Sant’Angelo Crespi e quello di Vidardo Fondi. «L’importante è che tutto si svolga nella massima sicurezza per i cittadini e le infrastrutture - argomenta Domenico Crespi - : abbiamo tutte le tecnologie a disposizione per evitare di correre pericoli», mentre il collega di Vidardo, Oscar Fondi, aggiunge che «a mio parere non si corrono rischi, perché le onde sismiche generate vengono riassorbite entro 30 metri, quindi non entrano a contatto con le case». Perplesso su tutto il progetto il primo cittadino di Borghetto Lodigiano, Franco Rossi. «Avevamo chiesto chiarimenti che non ci sono mai arrivati - illustra - : anche se il nostro territorio è interessato in maniera marginale, e solo nella zona del Lambro, avevamo chiesto un censimento di tutte le case ad una distanza minima dagli interventi. Fa riflettere il fatto che, interventi simili, sono stati già effettuati in più occasioni e non è mai stato trovato niente di rilevante»
Fonte: Il Cittadino

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