Peschiera Borromeo (Milano), 12 aprile 2014 - Una svolta positiva per gli abitanti dell’area residenziale di Bellaria, da anni impegnati in una dura battaglia per ottenere la piena agibilità dei
propri appartamenti: dopo il posizionamento delle barriere di
protezione verrà finalmente concessa l’abitabilità. L’«affaire
Bellaria», esploso nel 2012 a seguito del sequestro dei cantieri deciso
dal sindaco Antonio Falletta per problemi di inquinamento acustico e di
eccessiva vicinanza agli stabilimenti di Mapei, è proseguito a colpi di
ordinanze e ricorsi al tribunale fino al pronunciamento definitivo del
Tar che, accogliendo le istanze del Comune, chiedeva ai costruttori di
farsi carico di un progetto tecnico finalizzato a garantire la sicurezza
degli insediamenti residenziali da sottoporre all’amministrazione
comunale. La soluzione tecnica studiata dagli operatori è stata
finalmente presentata nei giorni scorsi al tavolo aperto in Comune: una barriera in cemento armato proteggerà le case dal rischio di esplosione del deposito di perossidi organici di Mapei, mentre un terrapieno alberato renderà la struttura compatibile con l’ambiente.
La barriera, lunga 89 metri, alta 6 e profonda 12 nel punto più critico, permetterà di contenere la forza d’urto in caso di esplosione. È già stata convocata per il 16 aprile la Conferenza dei servizi che insieme ai Vigili del fuoco e agli enti preposti valuterà l’efficacia del progetto. «Finalmente quelle case verranno messe in sicurezza - ha dichiarato il sindaco Falletta -. Se per contenere i danni in caso di esplosione del deposito Mapei serve una barriera in cemento armato profonda 12 metri, significa che la forza d’urto di quella zona potrebbe essere devastante. Il pericolo è reale, lo dimostra il fatto che i giudici del Tar abbiano imposto la mitigazione e che i costruttori si siano impegnati a realizzare una barriera di tali proporzioni».
La barriera, lunga 89 metri, alta 6 e profonda 12 nel punto più critico, permetterà di contenere la forza d’urto in caso di esplosione. È già stata convocata per il 16 aprile la Conferenza dei servizi che insieme ai Vigili del fuoco e agli enti preposti valuterà l’efficacia del progetto. «Finalmente quelle case verranno messe in sicurezza - ha dichiarato il sindaco Falletta -. Se per contenere i danni in caso di esplosione del deposito Mapei serve una barriera in cemento armato profonda 12 metri, significa che la forza d’urto di quella zona potrebbe essere devastante. Il pericolo è reale, lo dimostra il fatto che i giudici del Tar abbiano imposto la mitigazione e che i costruttori si siano impegnati a realizzare una barriera di tali proporzioni».
Dopo
anni di battaglie è così arrivata agli abitanti la promessa del
sindaco: «Nel momento in cui verrà realizzata la barriera di mitigazione
e il quartiere sarà protetto dal rischio di esplosione, sono pronto a
firmare l’abitabilità. Quando tutto sarà in sicurezza, studieremo come
poter realizzare anche la scuola e il parco: i cittadini hanno
acquistato una casa che sulla carta aveva dei servizi, è giusto
completarli per fare in modo che possano vivere sereni». I costi
dell’opera, stimati intorno a 300mila euro, verranno completamente
sostenuti dalle imprese costruttrici. Fernando Tirloni, presidente della
cooperativa San Giuseppe, ha commentato: «Problemi di sicurezza? Se i
rischi di esplosione fossero così concreti, come potrebbe essere
permesso a Mapei di mettere quotidianamente a rischio la vita di 500
dipendenti? Per quanto riguarda parco e scuola, poi, sarà necessario
prima risolvere definitivamente la situazione dei cantieri bloccati». Fonte: Il Giorno
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