martedì 27 giugno 2017

San Giuliano, appello per Carpianello: "Salviamo il borgo. Mulino e chiesa a pezzi"

Paolo Rausa, presidente dell'associazione Orizzonti, chiede un intervento di riqualificazione

"Quell'antico mulino e la chiesetta visitata da San Carlo Borromeo: urge rilanciare il borgo rurale di Carpianello, per salvare le testimonianze del passato". Dopo l’ex convento e la ex filanda di Melegnano, che da anni aspettano un intervento di riqualificazione ancora di là da venire, i riflettori si accendono su Carpianello, frazione di San Giuliano. E' Paolo Rausa, ex membro del comitato di zona e presidente dell’associazione Orizzonti, a lanciare un appello per la tutela e la conservazione di due edifici che rappresentano il nucleo primigenio del borgo e che oggi versano in uno stato d’incuria. Partiamo dalla chiesetta di San Martino, probabilmente nata da una cappella votiva di epoca longobarda. Nel 1570 fu visitata da San Carlo Borromeo, che dispose anche alcuni lavori di restauro. Nell'Ottocento la struttura venne ricostruita e ampliata; nel 1936 fu aggregata alla parrocchia di Zivido. "Ora la chiesa è chiusa - spiega Paolo Rausa, presidente dell’associazione Orizzonti -. Il borgo man mano è stato abbandonato, le strutture rurali lasciate a marcire. Alcune sono state interessate dal recupero, ma il borgo ha perso la sua identità sociale". "Con la chiusura della chiesa - prosegue Paolo Rausa - nella frazione, che pure negli ultimi tempi è stata interessata da nuove urbanizzazioni, è venuto meno il punto di riferimento spirituale". Anche il mulino, simbolo di un passato legato all’agricoltura, giace in gran parte dimenticato. "È quasi crollato, la ruota ha smesso di girare da decenni - entra nel dettaglio il presidente Rausa -. Gira voce che presto sarà soppiantato dall’ennesimo centro commerciale. Se così sarà, allora di quel borgo alla porta orientale di San Giuliano, verso il fiume Lambro, non resteranno più tracce, a meno che l’amministrazione comunale non decida di restaurare il mulino e recuperare le testimonianze superstiti della civiltà agraria trasformandolo in una biblioteca di quartiere oppure in una struttura che possa ospitare il centro sociale. Una struttura che, insieme alla chiesa riaperta al culto, riannodi i fili della storia locale di San Giuliano Milanese". L'antico insediamento di Carpianello, che fino all’Ottocento faceva Comune a sé, comprendeva anche una locanda, oggi convertita in abitazione privata. Citata nell’archivio dei Brivio (gli antichi proprietari del borgo) già nel 1531, l’osteria è stata in attività fino alla fine degli anni Settanta. Dal fabbro al carpentiere, anche le attività artigianali che un tempo avevano sede nella zona sono scomparse. Fonte: Il Giorno

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