giovedì 25 settembre 2008

Cascina Cappuccina - La proprietà ha oltre cinquecento anni, dal 1987 ospita le cooperative sociali



La cascina Cappuccina di Melegnano,
sede del consorzio formato dalle cooperative Insieme e Aquilone con l’associazione cooperativa agricola Cappuccina, deve il suo nome proprio all’ordine monastico dei cappuccini, che alla fine del Cinquecento arrivarono a Melegnano ed aprirono anche il cascinale che ne conserva il nome. Alla fine dell’Ottocento l’ordine soppresse la dipendenza che passò alla famiglia Brivio, proprietaria della rocca sangiulianese a meno di un chilometro di distanza dalla cascina. Dopo la seconda guerra mondiale l’azienda agricola fu rilevata da altre famiglie sino alla completa cessazione delle attività all’inizio degli anni ‘90. A quel punto la cooperativa sociale Insieme, fondata nel 1987 a Melegnano, decise di rilevare il complesso (60mila metri quadri di soli terreni) completando nel 2002 la ristrutturazione di un primo immobile destinato a sede. Tutta l’area in cui sorgono i fabbricati rurali ricade all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, i cui confini sono qui segnati da due corsi d’acqua, Lambro e Vettabbia. Agli anni scorsi risale la fondazione della cooperativa agricola Cappuccina - collegata al più grande Consorzio di cooperative sociali - che avviò attorno alla cascina una serie di attività all’insegna del prodotto biologico e una fattoria didattica aperta alle scuole locali. L’anno scorso tuttavia il ramo agricolo del consorzio Cappuccina è stato dismesso. Attualmente l’aggregazione di cooperative melegnanesi raggruppa almeno 250 persone tra soci e lavoratori. I rami in cui opera, soprattutto in sinergia con gli enti pubblici, sono quelli del verde, delle pulizie e delle manutenzioni dell’arredo urbano.
Fonte: Il Cittadino

«Siamo in crisi ma non chiuderemo»

Il consiglio d’amministrazione sta cercando un socio “forte” per far fronte agli onerosi mutui per la ristrutturazione

Il consorzio cascina Cappuccina smentisce di voler cedere la sede

«Ci sono molte cose da chiarire sulla Cooperativa Insieme e la cascina Cappuccina, iniziando dal fatto che la coop non vuole nè è costretta a chiudere. Deve solo risolvere il problema immobiliare, ma nessuno ha mai parlato di “scomparsa” delle attività». Lo ribadiscono Flavio Sommariva, presidente della cooperativa Insieme di Melegnano, e Giuseppe Bersani, presidente del Consorzio Cappuccina, dopo che all’inizio dell’estate la storica coop che ha sede oltre la via Emilia, fra i corsi del Lambro e della Vettabbia, ha ammesso un forte momento di difficoltà. La cooperativa sociale Insieme, nata ventun anni fa, attraversa un momento in cui il consiglio di amministrazione ha ricevuto il mandato esplorativo di risolvere il problema immobiliare, cioè far fronte ai mutui esistenti per la ristrutturazione della sede. Ma la parte corrente è sana, e forse il problema è solo di «allearsi» con qualcun altro per valorizzare il complesso rurale vicino ai due fiumi. Altre cooperative in arrivo a Melegnano a dar man forte? Un imprenditore immobiliare interessato a fabbricati di pregio? Lo diranno i prossimi mesi. «Siamo in una situazione sfaccettata - spiegano Biancardi e Bersani - nella quale esiste una parte corrente, relativa al giro d’affari annuale del consorzio, che di per sè non presenta un profilo critico. Potremmo dire, utilizzando un’espressione di buonsenso, che «le coop stanno in piedi» e sbaglia chi parla di fallimento imminente. Cappuccina certo perdendo col 2008 l’appalto del verde pubblico a Melegnano ha subìto un duro scossone, anche perchè l’inflazione degli stipendi galoppa; ma questa realtà sociale lavora anche con altri comuni della zona e ha commesse da amministrazioni fra le più varie. Non è che noi siamo «senza lavoro» perchè abbiamo chiuso l’agricoltura biologica un anno fa.» I dipendenti e lavoratori subordinati, sessanta totali, di cui 21 part time e gli altri a tempo indeterminato, sono tutti al loro posto e licenziare sarebbe l’ultima carta da giocare, ma proprio l’ultima. « Un consorzio sociale - affermano infatti presidente ed amministratore - genera lavoro in un senso diverso rispetto all’imprenditore classico. Esiste una legge sul terzo settore, del 1991, che afferma con chiarezza che enti come noi non possono produrre utili da distribuire fra soci e non esistono per fare profitto. Il fatturato deve tornare negli investimenti correnti. La nostra finalità primaria è inserire lavorativamente e socialmente soggetti che andrebbero incontro a fortissime difficoltà di ricerca di lavoro in chiave privata: il 50% del nostro personale si trova oggettivamente in questa situazione.» Il particolare statuto di una cooperativa sociale rende quindi difficili certe manovre che si fanno in azienda, come la ricapitalizzazione o la cessione di quote:« anche se non è escluso che un soggetto eterogeneo rispetto al terzo settore entri in consorzio con noi.» Dunque, tutti gli interrogativi si appuntano su quella ristrutturazione della cascina Cappuccina, iniziata nel 1998, allargatasi ad una fattoria biologica, e abbandonata l’anno scorso con il sopraggiungere delle cattive acque. Se un soggetto rilevasse gli stabili, certo si tirerebbe un sospiro di sollievo. Ma chi? Questo è appunto il mandato del cda. Biancardi e Bersani fanno capire di voler esplorare bene come prima cosa il mondo delle coop:« certo l’ideale sarebbe che arrivasse qui un consorzio di cooperative, fra cui la nostra.»
Fonte: Il Cittadino

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