E' comune posto fra Codogno e Pizzighettone, quasi al confine con la provincia di Cremona, sulla via che da Lodi porta a Cremona attraverso il corso del fiume Adda. Sull'origine antichissima del nome sono state avanzate diverse ipotesi: alcuni lo fanno derivare da Lucio Maleolo, centurione che ne sarebbe stato il fondatore nel 222 a. C.; altri invece lo collegano a "malleus", cioè martello, segno che vi si trovava una stazione di cambio dei cavalli, sulla strada romana Cremona-Acerra-Milano; altri ancora lo riferiscono al costume di richiamare a raccolta i cristiani in preghiera, mediante uno strumento, simile a una campana, che si percuoteva con un martello o maglio. Difatti lo stemma del paese reca una mano che impugna un martello, e ancor oggi il concerto delle campane di Maleo è fra i più belli della zona. Il paese è certamente di antichissima origine, la tradizione vuole che il borgo d'origine fosse situato tra i cascinali San Marcellino e Chiesolo, e che nel luogo attuale esistesse solo un castello con poche case attorno. Ciò è comprovato dal ritrovamento di resti di fondamenta, sepolcri, mura e monete romane che si rinvennero nelle due località. Le prime notizie di "Malleum", così è nominato nei documenti del tempo, risalgono al X secolo. Nel XI secolo, il borgo passò ai vescovi di Cremona. Era il periodo delle aspre lotte fra Milano e il Barbarossa, spalleggiato dai cremonesi. La rocca di Maleo, presidiata dai milanesi, che si rifiutavano di riconoscere l'autorità del vescovo di Cremona, venne smantellata nel 1157 dai cremonesi, ma successivamente riconquistata dai milanesi. Si racconta di un curioso episodio "militare", secondo il quale i cremonesi nell'apprestarsi a riconquistare il castello, furono messi in fuga da un "temibilissimo" gregge di pecore, che nel polverone avevano scambiato per l'esercito avversario. Ridisceso in Italia il Barbarossa, Maleo ritornò tra i possedimenti imperiali e fu concesso in feudo nel 1164 al vescovo Presbitero di Medolago. Per un quarto di secolo, varie vicende guerresche e contrasti caratterizzarono la vita di questo comune; cremonesi, milanesi e lodigiani competevano per il predominio sul ricco e ambito borgo, importante soprattutto per la sua posizione elevata, dominante il fiume. Nel 1269 se ne impadronì Napo della Torre e nel 1311 passò a Enrico VII di Lussemburgo, l'anno successivo , fu conquistato da Antonio Fissiraga, capo dei guelfi lodigiani, ma poi ritornò in mano ghibellina. Nel 1419 Filippo Maria Visconti, nell'intento di conquistare Cremona, mandò il suo generale Conte di Caramagnola espugnare Maleo. Eletto duca di Milano, Francesco Sforza, conoscendo l'importanza di Maleo ebbe cura di mantenere sempre una forte guarnigione nella rocca, che a quel epoca era contesa anche dai veneziani. Nel 1475, il duca Galeazzo Maria Sforza, donò il territorio di Maleo con annesso il castello, a Onofrio Bevilacqua, suo condottiero, per ricompensarlo dei suoi servigi. La contea fu elevata a marchesato nel 1485, da Lodovico il Moro, in favore di Galeotto, nipote ed erede di Onofrio. Il marchese Bevilacqua, a seguito di un voto, fece edificare presso il paese una chiesa e un convento, dedicandoli a Santa Maria delle Grazie, per i frati minori Osservanti di San Francesco; si dice vi abbia soggiornato anche San Bernardino da Siena, e che vi scavò personalmente un pozzo ritenuto miracoloso. Questo monastero fu meta di pellegrinaggi, e vi dimorarono personaggi illustri: il cardinale Ercole Teodoro Trivulzio, il principe Eugenio di Savoia, il Beato padre Arcangelo da Treviglio, il re di Sardegna Carlo Emanuele III, e i letterati padre Antonio da Monza e fra Francesco da Pizzighettone. Ora del convento non restano che poche tracce, nel cascinale detto di San Francesco Minore. Nel 1531 il feudo passò per via di matrimonio dai Bevilacqua ai Trivulzio. Rimasta la famiglia senza successione legittima, alla morte di Gian Giacomo Teodoro Trivulzio, si avviò una lunga diatriba fra la camera regia e il conte Barbiano di Belgioioso, che avendo sposato una Trivulzio rivendicava il titolo di marchese di Maleo. La regia camera ne sentenziava la restituzione ad un altro ramo dei Trivulzio, ma anche questo si estinse, quindi fu attribuito alla ricchissima e nobile casata dei Trecchi di Scandolara e Ripa d'Oglio, che possedevano già dei beni in Maleo. Dal 1685 i Trecchi mantennero ininterrottamente la signoria su Maleo, fino alla soppressione del regime feudale, decretato dalla Repubblica Cisalpina. Con la restaurazione austriaca, nel 1813, i Trecchi, pagando una tassa di affrancazione al governo, diventando proprietari del castello, che era divenuto la loro residenza di campagna. Pacifica e ben voluta fu la loro signoria, ne resta segno tangibile nell'arco che si trova all'ingresso del paese, eretto nel 1686 in segno di gratitudine verso il marchese Antonio Trecchi che con un generoso gesto salvò Maleo dall'essere saccheggiato e incendiato.
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