mercoledì 22 ottobre 2008

Metropolitana fino a Paullo: tutti i no dei giudici contabili

Il ministro Altero Matteoli aveva promesso le opportune correzioni per rimettere in pista il prolungamento della metropolitana fino a Paullo, ma al momento secondo il Cpm3 (il comitato formato dai cittadini a sostegno della linea gialla lunga) ci sono poche probabilità di dribblare i tre no opposti dalla Corte dei conti.

La prima bocciatura deriva dalla relazione dell’ex ministro dei Trasporti citata nel dispositivo della Corte: si proponeva la ferrovia e non la metro in modo da consentire «un maggior contenimento dei costi di costruzione, attraverso la riduzione delle tratte interrate e che sia più in sintonia con le altre iniziative di sviluppo del territorio, in atto e in progettazione, per aumentare la domanda di trasporto del prolungamento». Inoltre, ecco il secondo no, i giudici contabili riprendono il parere (obbligatorio ma non vincolante) reso dalla Commissione sulle metropolitane in cui si afferma «che il progetto preliminare per la realizzazione del prolungamento della linea M3 a Paullo debba essere rielaborato a livello di sistema e di soluzioni tecniche tali da consentire una sostanziale riduzione del costo di costruzione, nonché del costo di gestione dell’esercizio». Aggiunge inoltre che «tenuto conto dei dati trasportistici e delle frequenze ipotizzate, si rende necessario valutare la possibilità di adottare un diverso sistema di trasporto pubblico locale ferroviario piuttosto che metropolitano. Ne consegue che i costi di costruzione risultano esorbitanti». Terzo no: la Corte afferma che la delibera Cipe in esame, così com’è, non potrebbe rientrare nelle procedure della legge obiettivo. «Problematiche puramente giuridico-procedurali - afferma il presidente del Cpm3 Franco Valenzano - il cui peso non siamo in grado di giudicare, rispetto a quelle sicuramente gravi, di natura tecnica, sopra citate. Quel che sappiamo per certo è che contribuiranno a spostare in un futuro sempre troppo remoto l’avvio del progetto». Il punto è che si stanno diluendo i tempi delle cosiddette «opere compensative», mentre il cronoprogramma della Tem avanza senza intoppi. «Eppure - sintetizza Valenzano - l’accordo di programma del 5 novembre scorso è stato così denominato «accordo di programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano e il potenziamento del sistema della mobilità dell’Est Milanese e del Nord Lodigiano». Per cui poggia su due gambe ben precise. Se una delle due viene meno, resta un accordo zoppo. Che non sta in piedi». I sindaci hanno dovuto accettare la Tem per la contropartita. «Hanno ingoiato il boccone amaro rappresentato dall’aumento a livelli esponenziali dei PM10 e polveri sottili a fronte dei 70.000 veicoli stimati di portata giornaliera della TEM - conclude Valenzano -, in un’area in cui si registra la più alta percentuale di tumori a livello mondiale. Al giorno per ogni chilometro, costerà 4.900 euro in emissioni atmosferiche contro i 534 della metropolitana, e 4.200 euro per incidenti, contro i 74 del mezzo pubblico».
Fonte: Il Cittadino

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