Sant’Angelo - Il comune tenta nuovamente di cedere il palazzo e il grande parco: tra gli interessati anche un russo.L’Agenzia delle entrate alza la stima dell’immobile di Vigarolo.Per tentare di far cassa e sistemare i conti, il comune di Sant’Angelo prova nuovamente a vendere villa Redentore, il grande immobile situato a Vigarolo (comune di Borghetto Lodigiano), acquistato sul finire degli anni Settanta per l’equivalente di circa 220mila euro. Lo ha comunicato lunedì sera in consiglio comunale il sindaco Domenico Crespi, che ha reso nota la nuova stima della villa realizzata dall’Agenzia delle entrate: 1 milione e 200mila euro, 130mila euro in più rispetto alla stima precedente. La proposta dell’amministrazione comunale non ha trovato opposizioni: le minoranze di Forza Italia e Lega nord, che già nel 2006 avevano tentato l’alienazione, hanno dato il loro assenso all’iniziativa. Il consigliere dell’Unione, Ugo Speziani, a margine del consiglio ha invece spiegato di non essere intervenuto per protesta contro l’atteggiamento della maggioranza, che a suo dire è “sorda” alle proposte delle opposizioni.L’ex palazzo Ghisalberti, noto anche come villa Redentore, storica sede del Pontificio istituto missioni estere, è composto da un immobile principale di tre piani da 550 metri quadrati l’uno, da una dependance, da locali di servizio e da un ampio parco di 22mila metri quadrati. «Non siamo intenzionati a svendere - ha detto il sindaco Crespi -, ma è chiaro che al comune questa villa non serve e non possiamo certo permetterci il lusso di ristrutturazioni milionarie. La vecchia stima risale a prima del 2002, successivamente la precedente amministrazione ha avviato una trattativa per la vendita che però non si è conclusa per via di un ricorso al Tar. Noi ora vogliamo guardare avanti e, in previsione dell’Expo 2015 di Milano, abbiamo già offerto la villa alle istituzioni del territorio». La speranza, ha detto Maurizio Cerioli di Forza Italia, è che l’alienazione vada a buon fine. Giuseppe Negri della Lega nord, invece, facendo riferimento alla fallita vendita del 2006, ha sottolineato che «il bando in discussione, portato in tribunale, era privo di una fotocopia» e per questo l’alienazione è fallita. Ad affossare l’operazione, che prevedeva un contratto di comodato oneroso, era stata una sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, che aveva bloccato l’accordo tra una società brianzola e il comune e aveva obbligato quest’ultimo al pagamento di 2.500 euro di spese legali. Ora il comune cerca nuovamente un acquirente interessato all’affare. I contatti non mancano. Tra gli ultimi, a quanto emerso nelle scorse ore, ci sarebbe addirittura un manager di origine russa, che avrebbe messo gli occhi sul grande parco e il vecchio edificio.
Fonte: Il Cittadino
Nessun commento:
Posta un commento