Italia sempre più a rischio povertà, in particolare rispetto agli altri principali Paesi europei. Lo sostiene l'ottavo rapporto sulla povertà della Caritas Italiana-Fondazione Zancan, presentato oggi, che lancia l'allarme: nel nostro Paese le misure contro la povertà sono le meno efficaci. Se in alcuni Paesi (come Svezia, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda), l'impatto della spesa per la protezione sociale riesce a ridurre del 50% il rischio povertà, in Italia questo impatto si ferma a un magro 4 per cento. Un record negativo che l'Italia, nell'Europa dei 15, detiene insieme alla Grecia. L'Italia, sostiene il rapporto Caritas, «presenta una delle più alte percentuali di popolazione a rischio povertà». Il rapporto cita i dati Istat: il 13% degli italiani vive con meno di 500-600 euro al mese ed è considerato sotto la soglia della povertà, ma sono a rischio, in totale, circa 15 milioni di persone. Sono povere le famiglie con anziani ed è povero un terzo delle famiglie con tre o più figli (il il 48,9% delle quali vive al Sud). In Italia avere più figli equivale ad aumentare il rischio povertà, anche se non è così in molte altre parti d'Europa. Ad esempio, in Norvegia, sostiene la Caritas, con più figli il tasso di povertà si abbassa.In realtà in Italia la spesa per la protezione sociale è al di sotto della media europea ma è in aumento, per via della previdenza: nel 2007 lo Stato ha erogato prestazioni a fini sociali pari a 366.878 milioni euro, di cui il 66,3% per pensioni (+5,2% rispetto al 2006). Lo squilibrio è più evidente se si considera l'incidenza sul Pil: la spesa per la previdenza incide per il 15,8% (15,6%), quella per la sanità per il 6,2% (6,4%), per l'assistenza sociale per l'1,9% (1,9%). Il rapporto denuncia anche il nostro Paese corre il rischio di subire una situazione di sperequazione sociale che ricorda quella di alcune nazioni dell'America Latina, dovuta a profonde diseguaglianze: «un quinto delle famiglie con i redditi più bassi percepisce solo il 7% del reddito totale, mentre il quinto delle famiglie con il reddito più alto, percepisce il 40,8% del reddito totale».
Spiegando i dati del rapporto, mons. Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan, ha invitato a «ristabilire un equilibrio organico, che consenta a tutti di fruire di sufficienti risorse e di offrire il proprio contributo», mentre il direttore della Caritas Italiana, mons. Vittorio Nozza ha osservato, con una vena di polemica, che «assistiamo in questi giorni a montagne di soldi pubblici che, con il giusto accordo di tutti, corrono al capezzale della grande finanza e delle imprese in crisi per tentare di mettere in atto un salvataggio. Perchè non fare altrettanto per soccorrere chi lotta quotidianamente per sopravvivere all'indigenza e alla precarietà?».
Fonte: ILSOLE24ORE.COM
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