
Per oltre 70 milioni di bambini e bambine nel mondo la scuola è un diritto negato. Per almeno 250 mila l'impegno quotidiano non è indossare uno zaino, ma combattere. E' la drammatica fotografia dell'infanzia nel mondo che Save the children scatta nel rapporto "Bambini e armi", presentato oggi a Roma in occasione del rilancio della campagna "Riscriviamo il futuro". Tra i 250 mila bambini impiegati nelle guerre, il 40% sono bambine. Negli ultimi anni almeno 2 milioni di minori sono stati uccisi dal fuoco delle armi leggere, 6 milioni sono rimasti feriti o hanno subito traumi psicologici; 22 milioni sono i piccoli profughi o sfollati.
Save the children oggi ha chiesto ai governi dei paesi coinvolti in conflitti armati, più investimenti sulla scuola e meno spese per l'acquisto delle armi.
Nel 2007 i paesi in guerra hanno speso 17,5 miliardi di dollari in armamenti, tre volte quanto servirebbe loro per assicurare l'educazione a tutti i bambini che ne sono esclusi (in queste aree sono circa 37 milioni). A rifornirli sono stati soprattutto i paesi del G8, Italia compresa, che, secondo quanto afferma l'organizzazione internazionale, detengono l'84% delle esportazioni di armi nel mondo. Questi paesi continuano a fornire armi leggere anche a gruppi e governi che commettono violazioni dei diritti umani compreso il reclutamento di minori. Armi che finiscono nelle mani dei bambini, al posto delle matite. Nel 2007 alla campagna "Riscriviamo il futuro" gli italiani hanno contribuito con 2,5 milioni di euro. Una somma solo di poco inferiore a quella che lo Stato ha stanziato a favore della "Fast track initiative", pari a 3 milioni. "Non voglio incolpare nessuno - ha affermato il direttore generale di Save the children Italia, Valerio Neri - ma questo finanziamento è scandaloso". In occasione della presentazione dei risultati di due anni di campagna internazionale (sei milioni di bambini in più a scuola, di cui 815 mila inseriti per la prima volta) sono intervenuti con due distinti messaggi, anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sostenendo che "l'educazione scolastica costituisce il fondamento della formazione morale e civile di ogni popolo" e il ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, che ha ribadito l'impegno del governo italiano "nei confronti nella protezione dei diritti dei minori, con speciale attenzione ai bambini coinvolti nei conflitti armati".
Fonte: ANSA-2008-10-15 19:18
Bambini soldato, 250mila con il kalashnikov in manoMai più un kalashnikov imbracciato da un bambino: è l'istruzione l'unica 'arma utile' ad assicurare un futuro di speranza a 37 milioni di bambini che ancora non possono andare a scuola a causa delle guerre.Eppure nel 2007 i Paesi in conflitto e instabili hanno speso 17,8 miliardi di dollari in armi, tre volte quanto necessario per garantire l'istruzione primaria ai bambini che li abitano, mentre i Paesi del G8 -Italia compresa- detengono l'84 per cento delle esportazioni di armi nel mondo.La denuncia arriva dal rapporto di Save the Children, 'Bambini e armi. L'istruzione per combattere la guerra', pubblicato per il lancio della terza edizione della campagna 'Riscriviamo il futuro', che in due anni ha garantito un'istruzione di qualità a 6 milioni di bambini che vivono in nazioni colpite o reduci da conflitti armati, e punta a raggiungere quota 8 milioni entro il 2010.
“I Paesi del G8 - ha ammonito Save The Children - 'non possono dare aiuti nell'istruzione e impegnarsi solennemente a garantirla a tutti i bambini, in particolare a quelli nei Paesi in conflitto, e allo stesso tempo esportare armi leggere verso quelle stesse nazioni'. E ha aggiunto: 'Se veramente abbiamo a cuore il futuro dei minori afflitti da guerre, comprese le migliaia di bambini-soldato, bisogna non solo incrementare gli investimenti nell'istruzione, ma affrontare il nodo del commercio indiscriminato di armi leggere”.Secondo il rapporto dell'organizzazione internazionale, ancora oggi almeno 250.000 minori di cui il 40% bambine sono impiegati come soldati, spie, facchini, cuochi, 'mogli' dei combattenti e arruolati in eserciti non governativi in almeno 24 nazioni e territori. Bambini costretti a commettere violenza ma anche a subirla: negli ultimi anni almeno 2 milioni sono stati uccisi dal fuoco delle armi leggere e 6 milioni feriti, resi disabili o traumatizzati perché obbligati ad assistere a episodi di abusi e violenze.Poi ci sono i 22 milioni di bambini profughi e sfollati a seguito di guerre, e le 8-10.000 piccole vittime che ogni anno muoiono o rimangono mutilate per l'esplosione degli ordigni, in particolare di tipo 'a grappolo', che restano nascosti nel terreno.
Fonte: RaiNews24
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