
È una corsa contro il tempo ma il progetto è pronto: «Le infiltrazioni stanno danneggiando le decorazioni».Parrocchia in campo per proteggere gli stucchi di San Bartolomeo.
Corsa contro il tempo per salvare la vecchia chiesa dei cordai barasini. San Bartolomeo soffre ormai da mesi per le infiltrazioni d’acqua che mettono a rischio gli stucchi della volta a botte, così la parrocchia ha dato il via libera a un piano di emergenza per salvare l’edificio di culto, del tardo Settecento, situato nell’omonimo quartiere un tempo regno dei cordai. A testimonianza del legame con questo antico lavoro, la presenza nella chiesa di un quadro di San Postumio, patrono dei cordai. Il progetto per il recupero di San Bartolomeo, le cui origini sono antiche sebbene la facciata in travertino abbia una cinquantina d’anni, è stato affidato allo studio Roberti e Ramaioli di Sant’Angelo. È previsto un intervento a tempi brevi per sistemare il tetto ammalorato, da cui entra l’acqua che danneggia gli stucchi. «Le infiltrazioni - spiega l’architetto Beppe Roberti - hanno danneggiato la decorazione in gesso della volta a botte, in diversi punti l’umidità attacca gli stucchi i quali, una volta asciugati, tendono a sbriciolarsi. L’intervento di sistemazione dunque partirà proprio dal tetto, mentre in un secondo momento sarà necessario occuparsi degli stucchi. La chiesa di San Bartolomeo, nonostante la quasi totale assenza di documentazione storica, è ritenuta una delle più antiche di Sant’Angelo». «L’intervento più urgente riguarda la sistemazione della copertura, che sta lentamente scivolando verso il basso - conferma il parroco monsignor Gianfranco Fogliazza -, successivamente faremo asciugare gli stucchi ed eventualmente li restaureremo, sempre se le nostre modeste finanze lo permetteranno. Il progetto è già stato realizzato, siamo solo in attesa del via libera della Soprintendenza: la speranza è che arrivi prima dell’inizio dell’inverno e dunque si riesca ad avviare i lavori prima che inizi il maltempo». La stima dei costi si aggira sui 50mila euro, che la parrocchia dei Santi Antonio Abate e Francesca Cabrini dovrebbe coprire con fondi propri. «Abbiamo effettuato una piccola alienazione, quella dell’immobile a lato della chiesa - spiega monsignor Fogliazza - inoltre abbiamo ricevuto una piccola eredità e, ovviamente, ci aspettiamo la generosità dei fedeli perché in fondo questa chiesa è prima di tutto loro». Generosità che la parrocchia si attende anche per un altro stabile da sistemare con una certa urgenza. Si tratta dell’oratorio San Luigi, «la cui copertura, nella parte vecchia, denuncia alcuni cedimenti - dice il parroco -, è necessario pertanto tamponare le infiltrazioni». La zona più colpita è quella sopra la chiesa, dove ci sono alcune stanze per la catechesi, una cappella e spazi comuni. «Dovremo intervenire anche sui cornicioni - aggiunge monsignor Fogliazza -: rispetto a San Bartolomeo in questo caso servono alcune centinaia di migliaia di euro perché pensiamo anche a una ridistribuzione degli spazi».
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
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