sabato 29 novembre 2008

Daino ucciso, la denuncia degli animalisti: «A sparare una guardia dal grilletto facile»


PIEVE - Una guardia dal grilletto facile, per l’Ente nazionale protezione animali si tratta di questo. Perché la guardia venatoria provinciale che ha fucilato il daino a Pieve Fissiraga aveva sparato due anni fa ad un’altra bestiola, nel comune di Lodi Vecchio. E anche in quel caso si trattava di un daino.

Per questo motivo gli animalisti hanno deciso di denunciare il responsabile per bracconaggio: il daino non è infatti sulla lista delle speci cacciabili della regione Lombardia. L’episodio al centro delle polemiche risale al mese scorso, quando l’animale è stato avvistato ai bordi della strada che collega Borgo e Pieve; dopo un pomeriggio di ricerche, gli uomini della polizia provinciale lo hanno abbattuto, sollevando attorno a sé una miriade di critiche.«Dalle informazioni raccolte dalle nostre guardie zoofile - spiega Aldo Curatolo, presidente dell’Enpa per la sezione di Lodi -, la guardia venatoria provinciale è responsabile di un episodio identico. L’unico appiglio che abbiamo trovato per sporgere denuncia è stato quello legato al bracconaggio, dal 2004 il daino non fa più parte della fauna cacciabile, noi non vorremmo che l’episodio fosse fatto passare sotto gamba». L’Enpa non concorda con le spiegazioni avanzate dalla Provincia: più volte palazzo San Cristoforo ha ribadito che per l’incolumità dei conducenti è stato necessario abbattere l’animale. «Hanno detto che si trattava di una questione di pubblica sicurezza - aggiunge Curatolo -, lo sarebbe stato se il daino avesse caricato delle persone in un centro abitato». La questione è finita persino in consiglio provinciale, l’azzurra Patrizia Cardone ha infatti presentato un’interrogazione che è stata discussa dall’assemblea. «Rispetto alle accuse che ci vengono mosse - afferma l’assessore all’ambiente, Antonio Bagnaschi -, vorrei ricordare che salviamo centinaia di animali ogni anno, vengono portati al centro di recupero animali selvatici dove poi vengono curati. Capisco la passione degli animalisti, ma i nostri collaboratori ci hanno segnalato una situazione di pericolo, situazione che non ci ha di certo resi felici. Non è nostra abitudine uccidere la fauna selvatica, tanto più che rispetto all’anno scorso abbiamo investito una somma maggiore di denaro, quello che si è verificato con il daino è stato un caso eccezionale e ne siamo dispiaciuti». Per quanto riguarda invece il risvolto legale, l’assessore aggiunge: «Comprendiamo che la guardia venatoria sia stata identificata, anche perché è stata pubblicata la sua foto sul giornale. Dal momento che l’ipotesi di reato dovrebbe prevedere come elemento la crudeltà, noi sposiamo la tesi dei nostri collaboratori: non c’è stata alcuna crudeltà, quindi l’ipotesi è infondata».
Fonte: Il Cittadino

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