Oltre 33 milioni di persone nel mondo vivono con il virus dell'Aids. Nello stesso anno ben 2,5 milioni di persone hanno contratto il virus e 2,1 milioni sono morti di Aids, fra loro 330mila bambini. Due terzi delle infezioni da Hiv si registrano nell'Africa Sub-Sahariana.
Sono le cifre relative al 2007 diffuse oggi dall'OMS in occasione della Giornata Mondiale di Lotta all'Aids.
Ma il 20mo anniversario della Giornata Mondiale, segna anche una pietra miliare nella lotta alla malattia: sono infatti piu' di 3 milioni, le persone che nel mondo sono sottopste a terapie antiretrovirali.
Piu' di 2 milioni sono i bambini affetti dall'Aids e il 90% di loro ha contratto il virus dalla propria madre. Ma diagnosi precoce e cure tempestive possono migliorare significativamente le aspettative di vita dei neonati esposti al rischio di contagio da HIV, secondo il rapporto lanciato oggi da quattro agenzie delle Nazioni Unite.
La pubblicazione, intitolata ''Bambini e AIDS: terzo rapporto di aggiornamento'', e' stata realizzata dall'UNICEF, dall'Organizzazione Mondiale per la Sanita' (OMS), dal Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA).
''Senza cure appropriate meta' dei bambini affetti da HIV moriranno prima di aver compiuto i due anni di eta''' afferma il Direttore generale dell'UNICEF Ann Veneman. ''I neonati sieropositivi a cui viene diagnosticato tempestivamente il virus e che iniziano le cure entro la dodicesima settimana di vita hanno il 75% in piu' di possibilita' di sopravvivenza''.
Tuttavia, nel 2007 meno del 10% dei neonati nati da madri affette da HIV ha effettuato il test prima dei due mesi di vita.
Il rapporto sottolinea l'importanza della diffusione del test affinche' i bambini possano essere sottoposti alle cure necessarie il prima possibile.
''Oggi nessun bambino dovrebbe morire per cause collegate all'AIDS'' ha affermato il Direttore generale dell'OMS Margaret Chan. ''Sappiamo come prevenire queste tragiche morti, ma dobbiamo rafforzare i sistemi sanitari per assicurare che tutte le madri e tutti i bambini ricevano le cure quanto prima possibile''.
Fonte: Asca.it
Piu' di 2 milioni sono i bambini affetti dall'Aids e il 90% di loro ha contratto il virus dalla propria madre. Ma diagnosi precoce e cure tempestive possono migliorare significativamente le aspettative di vita dei neonati esposti al rischio di contagio da HIV, secondo il rapporto lanciato oggi da quattro agenzie delle Nazioni Unite.
La pubblicazione, intitolata ''Bambini e AIDS: terzo rapporto di aggiornamento'', e' stata realizzata dall'UNICEF, dall'Organizzazione Mondiale per la Sanita' (OMS), dal Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA).
''Senza cure appropriate meta' dei bambini affetti da HIV moriranno prima di aver compiuto i due anni di eta''' afferma il Direttore generale dell'UNICEF Ann Veneman. ''I neonati sieropositivi a cui viene diagnosticato tempestivamente il virus e che iniziano le cure entro la dodicesima settimana di vita hanno il 75% in piu' di possibilita' di sopravvivenza''.
Tuttavia, nel 2007 meno del 10% dei neonati nati da madri affette da HIV ha effettuato il test prima dei due mesi di vita.
Il rapporto sottolinea l'importanza della diffusione del test affinche' i bambini possano essere sottoposti alle cure necessarie il prima possibile.
''Oggi nessun bambino dovrebbe morire per cause collegate all'AIDS'' ha affermato il Direttore generale dell'OMS Margaret Chan. ''Sappiamo come prevenire queste tragiche morti, ma dobbiamo rafforzare i sistemi sanitari per assicurare che tutte le madri e tutti i bambini ricevano le cure quanto prima possibile''.
Fonte: Asca.it
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