martedì 23 dicembre 2008

Melegnano - «Salvate un pezzo di storia della città»

Appello degli ambientalisti contrari a una demolizione dello stabile per far posto a un nuovo complesso residenziale.In gioco il futuro del caseggiato tra largo Crocetta e via San Martino.

Un pressante appello degli ambientalisti al ministro: «Salvate la storia di Melegnano». Stiamo parlando del caseggiato abbandonato compreso tra largo Crocetta e via San Martino nel cuore del Borgo, destinato ad essere demolito per far posto a nuovi complessi residenziali, attività commerciali e box interrati. Sin da subito, però, la decisione di abbatterlo è stata avversata da Rifondazione comunista. «Anche perché - ha ipotizzato lo studioso di archeologia Mauro Manfrinato - una parte del caseggiato potrebbe risalire addirittura al Basso Medioevo». Ed ora ecco l’ennesimo colpo di scena. Perché proprio in questi giorni Ruggero Rognoni (associazione per il Parco sud Milano), Giorgio Bianchini (Wwf sudmilanese) e Liviana Scotti (Legambiente circolo Arcobaleno), ovvero i tre movimenti ambientalisti del territorio, hanno chiesto senza mezzi termini di bloccarne la demolizione. Lo hanno fatto con tanto di lettera inviata al sindaco di Melegnano Vito Bellomo e all’assessore all’urbanistica Enrico Lupini, ma anche al ministro per i beni culturali Sandro Bondi, agli assessorati al territorio di regione e provincia, alle soprintendenze ai beni architettonici ed ambientali della Lombardia e di Milano. «L’amministrazione di Melegnano - attaccano nella lettera Rognoni, Bianchini e Scotti -, dimentica degli eventi di tanta storia racchiusi tra le mura dell’edificio, si appresta a mettere la parola fine su duemila anni di storia, cancellando le tracce delle proprie origini e quelle di tanta storia nazionale, che quel luogo hanno segnato». Di qui la decisa presa di posizione: «Il nostro appello, dunque - prosegue non a caso la missiva -, va agli enti competenti e a tutte le autorità, affinché fermino questa operazione tanto inutile quanto dannosa». Gli ambientalisti ripercorrono quindi per filo e per segno la storia dell’edificio, definito «probabilmente il più espressivo di Melegnano per dimensione temporale del suo insediamento, continuità della tradizione e vivacità espressiva delle attività che vi si svolgevano. Se il castello appartiene infatti ad una visione elitaria e di classi esclusive, Crocetta-San Martino si pone esattamente all’estremo opposto, non solletica cioè curiosità da romanzo storico. Ma penetra più profondamente nel vissuto di venti secoli, che oggi tuttavia si tenta di cancellare, come se Melegnano volesse blasonarsi con delle origini nobili e nascondere invece la sua nascita assai più umile, ma nel contempo molto più intensa e vera». Gli ambientalisti, infine, bocciano senza appello il piano di recupero del caseggiato che, sono le loro parole, «si qualifica come fortemente irrispettoso dei luoghi, non prevedendo neppure l’interessamento dell’autorità archeologica competente».
Fonte: Il Cittadino

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