venerdì 19 dicembre 2008

Metrò, pronta la mobilitazione generale

Alla fine sono state raccolte le firme di chi prenderà parte al presidio: il primo “sit in” davanti al Pirellone il 15 gennaio.Una presa di posizione dopo l’assemblea pubblica di mercoledì.

C’è il consigliere comunale di Paullo Giovanni Spoldi che minaccia addirittura d’incatenarsi ad una ruspa se mai dovessero iniziare i lavori per la realizzazione della Tangenziale est esterna, c’è chi come il consigliere provinciale Marco Malinverno è pronto a dirottare su Palazzo Isimbardi una mozione per bloccare l’opera, o chi come il collega Massimo Gatti chiede il ritiro e la ridiscussione dell’accordo di programma per garantire il finanziamento della metropolitana prima di quello della Tem. All’assemblea pubblica convocata mercoledì sera da Cpm3, Legambiente ed appoggiato da numerose associazioni locali le posizioni sono state diverse, ma tutte legate ad unico comun denominatore: battersi per l’allungamento fino a Paullo del Metrò. Ed alla fine passa una delle istanze: la mobilitazione generale. I presenti, quasi duecento hanno riempito la sala consigliare, insieme al maggior numero di persone che sarà possibile contattare dei residenti del Sudmilano, si sono già dati un appuntamento per effettuare il primo di altri sit in di protesta: il 15 gennaio davanti al Pirellone, quando cioè si riunirà il collegio di vigilanza per valutare il rispetto dell’accordo di programma per la riqualificazione del quadrante viabilistico locale. Alla fine sono state raccolte le firme di chi prenderà parte al presidio, altre saranno registrate on line, mentre attraverso il passaparola e semplici mail si cercherà di allargare la cerchia degli aderenti. «Per fare sentire la nostra pressione», commenta Franco Valenzano, presidente del comitato Cpm3, nonché moderatore della serata. Al tavolo come relatori il presidente di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine, la presidente del circolo Erbamatta di Zelo e Comazzo Olga Chitotti, il presidente di Astrov Stefano Bertrando. Quest’ultimo ha presentato il progetto della Tem, raffrontato con quello del prolungamento della metropolitana. Lo studio dimostra come, con la prima infrastruttura, il traffico non sarà alleggerito, anzi subirà un incremento del 14, 08 per cento. La Tem porta 80mila veicoli al giorno. A fronte di costi e di una redditività preferibile al prolungamento della M3, fa pagare costi sociali altissimi alle popolazioni locali: in termini di incidentalità, inquinamento, consumo di territorio. In questo senso si è espresso anche il sindaco Claudio Mazzola, in buona compagnia dei colleghi di Settala, Melzo e Peschiera, che ha preannunciato a metà gennaio la fuoriuscita dall’accordo di programma. Ha chiarito il concetto Paolo Sabbioni di Melzo, sottolineando che i sindaci, pur avendo sempre ritenuto la Tem non necessaria (per di più deleteria) si sono seduti al tavolo di programma preordinando la riqualificazione della mobilità alla sigla in seno al «contratto»: «Oggi gli inadempienti a quel contratto non siamo noi», dichiara. Hanno partecipato al dibattito presenze illustri come il senatore Gianni Piatti, il consigliere regionale Carlo Monguzzi, che ha definito «una bufala gli accordi presi». Ha parlato l’assessore provinciale Pietro Mezzi, che ha tenuto a precisare che lui a quell’accordo non ci ha mai creduto e insieme a quattro altri assessori ha detto no. Ma qualche parola fuori dal coro non ha avuto paura di pronunciarla Bruno Dapei, nello staff dell’assessorato regionale alle infrastrutture e consigliere provinciale di minoranza, che alla platea ha detto che per primo il grosso sbaglio l’ha fatto Palazzo Isimbardi sottraendo 238 milioni di euro (che potevano essere utilissimi) per comprare la Serravalle.
Fonte: Il Cittadino
Giustifica

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