Adesso ci sono solo cumuli di legname: tronchi da ardere ammassati in diverse fascine negli angoli del grande appezzamento di fronte al cimitero di Zelo. L’intera area di circa un ettaro - un fondo privato, per molti anni oggetto di una lite giudiziaria tra il proprietario del fondo e il suo affittuario - è stata ripulita ed è stato segato ogni albero precedentemente presente. Ci sono passate sopra in questi giorni le ruspe che hanno letteralmente buttato all’aria, nel giro di poche ore, il boschetto oggetto della contesa. Va sottolineato comunque che si trattava di piante ammalorate. Qui, qualche anno fa sorgeva un’attività vivaistica: l’affittuario aveva piantato varie essenze per la commercializzazione. Solo che intorno al 2000-2001 l’attività cessò. Le piante però continuarono a crescere e fino ai giorni scorsi era possibile osservare un boschetto, cresciuto praticamente in modo “selvaggio”. Fatto sta che ruspe e “boscaioli” nei giorni scorsi hanno tagliato tutte le piante. Arbusti e essenze di vari tipi, non solo pioppi che si possono abbattere senza troppe remore. Secondo qualcuno però si tratta di piante per lo più ammalate: alcune delle quali messe a dimora senza nemmeno rispettare le distanze le une dalle altre. Uno scenario comunque disordinato, frutto dello stato di abbandono, diventato in breve tempo un ricettacolo per serpi e topi. E ci sono anche state molte lamentele per le condizioni igieniche della zona. Ma ora dove prima c’era il bosco, ora c’è solo una distesa di terra incolta. E, se il fondo privato è stato ripulito, c’è chi passando per la strada per Lodi si è messo a scrivere al giornale segnalando l’ennesima strage di piante nella zona. Come già detto però bisogna fare un passo indietro per capire quello che è successo, precisando che si tratta pur sempre di appezzamenti non pubblici e che le piante non versavano in condizioni perfette.
Fonte: Il Cittadino
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