Di colate di cemento entro i confini del Parco Agricolo Sud milano, la presidente Bruna Brembilla non vuol proprio sentire parlare.
È pronta la sua replica dopo la “crociata” ambientalista che si è levata in seguito all’approvazione della variante territoriale per gli aggiustamenti sulle frontiere dell’oasi protetta: ai sindaci viene sottolineato che non saranno lasciati passare interventi non consoni (edificazioni sì ma nell’interesse generale e laddove non sono possibili alternative), mentre verso i paladini del Parco sono spese parole di rassicurazione sulla tutela dell’attuale dimensionamento dell’area.
In pratica, viene solo stabilita la ricomposizione dei margini urbani dei Comuni. Un passaggio duramente contestato dall’assessore regionale Massimo Ponzoni e dal consigliere verde Carlo Monguzzi, che hanno paventato il pericolo di aprire la strada al cemento. «Ora che il Parco esiste per un maggior numero di persone - sostiene Brembilla, che è anche assessore all’ambiente della Provincia di Milano -, spero che sia aumentata anche la schiera pronta a sostenerne la valorizzazione! Saremo tutti fianco-fianco quando si tratterà di approvare definitivamente le varianti o la nuova legge sui Parchi cui la regione dovrà mettere mano». Si ricorda che il direttivo del Parco (9 dicembre 2008) e l’assemblea dei sindaci (19 dicembre 2008) hanno approvato la variante del Piano del Parco che prevede la possibilità per i comuni di individuare aree limitate in cui viene consentito la trasformazione dell’uso del suolo.La dimensione di tali aree non potrà superare 1,5 per cento del territorio a Parco di ciascun comune. A tale possibilità di trasformazione, corrisponde l’obbligo da parte dei comuni di compensare il Parco con la cessione di aree o la realizzazione di interventi di interesse ambientale o di fruizione come piste ciclabili, boschi o aree naturalistiche. L’obiettivo di questa proposta è di favorire un’equilibrata organizzazione dei territori comunali del Parco così da garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali delle collettività locali senza pregiudicare l’integrità e la qualità ambientale dell’area protetta.
«Si tratta - spiega Brembilla - di temi sentiti dai cittadini che, democraticamente, un’amministrazione pubblica ha il dovere di prendere in considerazione al fine di riqualificare zone degradate dei comuni e di pianificare organicamente il suo territorio».
Fonte: Il Cittadino
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