martedì 6 gennaio 2009

«Vogliamo la verità sull’area ex Saronio»

Cerro - Cautela però su presunti veleni sepolti nella zona: «A quanto ne so qui sorgevano gli uffici amministrativi».L’appello del sindaco per accelerare il recupero dell’impianto.

Anche noi vogliamo la verità sull’ex impianto militare di Riozzo che riforniva l’esercito del Duce». A parlare è Dario Signorini, sindaco di Cerro (il cui territorio comprende anche la frazione Riozzo), che prende posizione su un argomento di stretta attualità. Nei giorni scorsi infatti Pietro Mezzi, ex sindaco di Melegnano ed oggi assessore al territorio a palazzo Isimbardi, ha investito della questione il ministro della Difesa Ignazio La Russa, dal momento che l’area fa tuttora parte del demanio militare. «Stiamo parlando - ha chiarito Mezzi - di un impianto industriale che produceva materiale chimico per usi bellici, si sospetta gas nervino». Nei primi anni Quaranta la chimica Saronio, che a Melegnano produceva già materie coloranti in grande quantità, ha dato vita a Cerro ad un impianto per scopi bellici, finalizzato a rifornire l’esercito di Benito Mussolini. «Perciò - ha ripreso Mezzi -, ho chiesto al ministro di attivare un tavolo istituzionale per l’eventuale bonifica e il recupero dell’area». «Anche perché - gli ha fatto eco Edoardo Bai, chimico dell’Asl - abbiamo svolto una serie di indagini sulle lavorazioni industriali dell’ex chimica Saronio, da cui sono emersi dati decisamente allarmanti. Ma nell’area del demanio militare non ci abbiamo mai messo piede». Dopo le aperture di La Russa e Massimo Ponzoni, assessore regionale all’ambiente, sulla vicenda prende posizione Signorini: «In questi anni - spiega - non siamo mai riusciti ad allacciare alcun tipo di rapporto con il ministero per verificare l’eventuale cessione al nostro comune della zona, che peraltro risulta dismessa dal 2001. Ma ora è necessario che la situazione si sblocchi, perché stiamo parlando di un’area da 50mila metri quadrati che si trova nel bel mezzo del centro abitato di Riozzo, in prossimità di tutta una serie di abitazioni private e della zona industriale. Pertanto, non posso che accogliere con piacere l’interesse manifestato dagli enti superiori». Per il resto, Signorini mantiene una certa cautela sui presunti gas tossici prodotti nell’ex impianto militare: «A quanto ne so - precisa -, in quella zona sorgevano gli uffici amministrativi della Saronio, per cui potrebbe essere l’area meno inquinata dell’ex chimica». Sarà, ma nel libro “I gas di Mussolini”, elencando le varie industrie private italiane coinvolte nella produzione di gas bellici nel novembre del 1940, lo storico Angelo Del Boca riporta al primo posto proprio Melegnano. «Ma bisogna poi vedere che fine facevano i reflui della lavorazione - ribatte Signorini -. In ogni caso, solo attraverso gli opportuni monitoraggi potremmo sapere davvero cosa c’è là sotto». Il sindaco di Cerro, infine, dice la sua sulla possibile destinazione dell’area: «Personalmente - confida -, considerando anche le attuali carenze dei due comuni, non vedrei male la realizzazione di un polo scolastico che possa accogliere gli studenti di Cerro e quelli di Melegnano».
Fonte: Il Cittadino

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