
Parte il restauro della chiesa dei cordai. Con l’arrivo dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza ai beni architettonici, a Sant’Angelo possono finalmente iniziare i lavori alla chiesa di San Bartolomeo. L’edificio, risalente al tardo Settecento, è uno dei più antichi luoghi di culto della città, inserito in uno dei quartieri più caratteristici. San Bartolomeo, infatti, fino alla seconda metà del Novecento è stato il regno dei cordai, esponenti di una umile e nobile professione che ha dato da vivere a molti santangiolini. A testimonianza del legame fra i cordai barasini e la chiesa di San Bartolomeo, c’è il fatto che proprio all’interno del piccolo edificio di culto vi è la statua di San Postumio, patrono dei cordai. «Finalmente i lavori di restauro possono partire - conferma monsignor Gianfranco Fogliazza, responsabile della parrocchia dei Santi Antonio abate e Francesca Cabrini -: l’autorizzazione della Soprintendenza è arrivata e dunque tutto è pronto. Il primo intervento riguarderà il tetto, che verrà completamente rifatto. Si tratta di un lavoro particolarmente ingente. Non abbiamo ancora fissato una data di conclusione dell’opera, visto che ci apprestiamo comunque a entrare nella bella stagione e nei prossimi mesi il tempo dovrebbe essere buono». Il rifacimento del tetto dovrebbe rispondere a una duplice finalità. Da un lato c’è la necessità di sistemare la copertura, che ad oggi mostra qualche falla e permette all’acqua di penetrare nella chiesa. Una volta sistemato il tetto, sarà inoltre possibile preservare la volta a botte e soprattutto gli stucchi presenti nella chiesa. Stucchi che in parte oggi sono già danneggiati, visto che si sono bagnati per le piogge dei mesi scorsi e, una volta asciugati, tendono a sbriciolarsi. Proprio per ovviare a questo problema, una volta ultimato l’intervento al tetto, la parrocchia si occuperà di restaurare gli stucchi e sistemare, complessivamente, l’interno della chiesa. «Saranno interventi che affronteremo in progressione - precisa monsignor Fogliazza - l’obiettivo è fare di San Bartolomeo un santuario dei santangiolini, visto che all’interno ci sono le statue di San Postumio, ma anche di Sant’Omobono e di San Fermo». Gli interventi alla chiesa dei cordai potrebbe comunque non finire qui, visto che la Soprintendenza ha chiesto alla parrocchia di riportare all’aspetto originario la facciata di San Bartolomeo. «Per questo - dice monsignor Fogliazza - ci hanno chiesto di staccare i marmi che coprono la facciata esterna». Il travertino che riveste la facciata, infatti, è stato apposto negli anni Cinquanta. In precedenza, invece, la chiesa aveva un aspetto più povero e, con tutta probabilità, la facciata era semplicemente intonacata. Proprio per riportare la chiesa all’aspetto originario, si stanno cercando vecchie foto, magari di matrimoni, scattate prima della posa del marmo.
Fonte: Il Cittadino
Fonte: Il Cittadino
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