Ancora un'aggressione squadrista a Roma, stavolta ai danni della comunità bengalese in procinto di festeggiare il capodanno in un parco della capitale. Hanno colpito in 15, arrivati alle 2.15 di notte con spranghe e bastoni.
Senza paura, a volto scoperto, hanno aggredito i volontari della comunità bengalese e dell'associazione Dhuumcatu che si trovavano a Villa Gordiani, parco nel quadrante est della capitale ottenuto dalla comunità per i festeggiamenti dopo un tira e molla con il Comune. Hanno distrutto un furgone e tre stand, hanno picchiato un ragazzo di 23 anni, in Italia con lo status di richiedente asilo politico. Il giovane è finito al policlinico Casilino con una spalla lussata e prognosi di dieci giorni, altri hanno riportato contusioni. Sul posto sono subito arrivati gli agenti della scientifica che avrebbero portato via anche alcuni dei bastoni usati dagli aggressori. A denunciare il raid Carlo Moccaldi, direttore della rivista Mosaici e giornalista di Metropoli. «Quando sono arrivato sul posto, poco dopo il blitz, i ragazzi bengalesi erano ancora terrorizzati. Gridavano: "non è possibile che sia successo. Aiutateci, abbiamo paura". Intorno scene di devastazione». I festeggiamenti per l'inizio dell'anno 1416 sarebbero dovuti iniziare oggi per protarsi fino al 31 maggio. «Mi auguro che vengano subito individuati i responsabili di un atto gravissimo, l'ennesimo episodio di aggressione violenta di stampo fascista a danno di immigrati - ha detto il presidente della Commissione Cultura alla Provincia di Roma Pino Battaglia (PD) -. Mi auguro altresì che una ferma condanna, unita ad un'indispensabile presa di coscienza arrivi anche dal Campidoglio, che non ha certo collaborato affinche la festa si potesse svolgere in un clima pacifico e festoso come è sempre accaduto». «Questa festa da Alemanno non l'hanno mai voluta. La comunità - ha raccontato Battaglia - attendeva da gennaio una risposta definitiva dal comune sullo spazio dove potesse avere luogo l'evento. Era stato chiesto il Parco di Centocelle, dove si è svolto anche l'anno scorso. Il parco è stato chiuso a settembre per ordinanza del sindaco senza peraltro che se ne conoscano i destini. Eppure sarebbero bastati 20 giorni per ripristinarne le condizioni di sicurezza all'interno e renderlo utilizzabile dai cittadini. Il no alla comunità bengalese è arrivato dopo mesi. In alternativa è stata proposta dal Comune stesso Villa De Santis. La comunità - continua Battaglia - si è riattivata per ottenere permessi e rifare planimetrie e relazioni tecniche per un parco ritenuto comunque troppo piccolo per ospitare circa 50mila persone. Il 16 maggio è arrivato il no anche per Villa De Santis e proposta Villa Gordiani, altrettanto a rischio di impatto ambientale. In cambio: tutti i progetti, le ricevute di pagamento, i permessi, le relazioni tecniche dovevano essere portati tassativamente entro il 20 maggio. Inoltre, nella stessa lettera, firmata dal vicecapo di Gabinetto del Comune Nardi, c'era la richiesta scandalosamente alta e mai richiesta prima per simili eventi, di 20mila euro di deposito cauzionale. Insomma come a dire: faremo di tutto per scoraggiarvi. Giovedi scorso la comunità bengalese aveva occupato per protesta il Parco di Centocelle. Ieri l'accordo col Comune, un prendere o lasciare, su Villa Gordiani, considerata comunque poco adatta dallo stesso municipio. Stanotte l'epilogo violento che si aggiunge al crescente aumento di episodi di aggressione e intolleranza; un'importante riflessione per chi vuole spacciarsi paladino della sicurezza, parla in pubblico d'integrazione e multietnicità mentre la sua amministrazione fa pagare a caro prezzo agli immigrati il voler mantenere e far conoscere la loro cultura d'origine». Fonte: L'Unità.it
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