mercoledì 27 maggio 2009

San Colombano - Gli ambientalisti salvano un gheppio

Impossibile contattare la polizia provinciale, allora si mobilitano i volontari dell’associazione Picchio Verde.Il rapace, con una zampa rotta, era imprigionato in un filo di ferro.

Picchio Verde e una famiglia di Graffignana salvano un gheppio sulla collina di San Colombano: è accaduto nel fine settimana scorso, e ora l’animale si trova al Centro di recupero animali selvatici del Wwf di Castelleone. Entro un mese dovrebbe tornare a volare sulla collina. Il rapace ritrovato è un bell’esemplare maschio, e ha una zampa rotta in seguito ai tentativi di liberarsi dal filo di ferro in cui era imprigionato, forse un archetto per la caccia di frodo, anche se non ci sono certezze al riguardo. L’uccello è stato rintracciato venerdì nel tardo pomeriggio da una famiglia di Graffignana, a passeggio in collina nei pressi della Cascina Belgioioso, nella zona dei boschi. Sentito un trambusto nella vegetazione, dopo essersi inizialmente allontanati, mamma, papà e figlio hanno deciso di tornare per capire l’origine del fracasso e si sono così accorti del rapace imprigionato. Quindi sono tornati a casa a prendere una gabbietta e, raggiunto il luogo dove il gheppio era imprigionato, lo hanno liberato dal laccio. Lo hanno tenuto a casa tutta notte, alimentandolo con carne cruda e coccolandolo fino a trovargli un nome, Filippo. Sabato mattina hanno preso contatto con Maurizio Papetti, presidente dell’associazione ambientalista Picchio Verde, che è corso a recuperarlo e ha attivato la catena di solidarietà animalista per il passaggio al Centro di recupero di Castelleone. L’animale è curato, lo zampino rotto è stato steccato ed entro un mese dovrebbe essere in grado di tornare a volare da solo. Per questo sarà liberato sulla collina di San Colombano, più o meno nel punto del ritrovamento. Unico neo, in tutta l’operazione di salvataggio, l’impossibilità di mettersi in contatto di sabato con la polizia provinciale, nonostante sia la forza deputata a questo tipo di interventi. «Per fortuna la rete di volontari ha sopperito con grande disponibilità, e Mauro del Wwf ha fatto personalmente la consegna al centro - dice Papetti -. Chiunque trovi un uccello ferito, lo porti a casa in una gabbietta o meglio ancora in una scatola con dei fori per far passare l’aria. Una volta a casa si può alimentare con carne cruda se un rapace o con lombrichi nel caso di pettirossi, merli o passeri o con granaglie se tortore. Se invece sono dei pulcini si possono imboccare usando piccoli vermi, di quelli per la pesca, presi con delle pinzette. Se poi ci fosse un veterinario disponibile in zona per il primo soccorso, avremmo una struttura davvero efficace». il Picchio Verde non è nuovo a questo tipo di interventi di salvataggio e soltanto il week-end precedente era stata soccorsa una tortora a Camporinaldo, frazione di Miradolo Terme: finita tra le unghie di un gatto, fortunatamente passato lo shock era pienamente ristabilita. Fonte: Il Cittadino

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