mercoledì 27 maggio 2009

San Rocco al Porto - Poche certezze sul ponte di barche

Ieri a Milano l’incontro con Elinda, la prima azienda contattata: le chiatte arriveranno via gomma.L’Anas venerdì darà il nome della ditta che lo realizzerà.

Si sono tenuti ieri nella sede milanese dell’Anas i primi incontri tra i tecnici della società e i responsabili di ditte specializzate nella costruzione di ponti di barche. Oggi e domani ne sono previsti altri, con un vertice allargato ai componenti del tavolo di coordinamento convocato venerdì mattina. In quella sede Anas presenterà un rendiconto finale che dovrebbe sciogliere i dubbi emersi negli ultimi giorni in merito alle garanzie di piena affidabilità dell’opera in qualsiasi condizione del fiume, e alla possibilità di transito anche dei mezzi di soccorso e degli autobus. Su tutta la vicenda il condizionale è d’obbligo perché ieri nessuno ha voluto rilasciare commenti o dichiarazioni al termine del primo degli incontri programmati. A presentarsi nella sede milanese dell’Anas è stato Mauro Bacchi, titolare della società Elinda di Boretto, la prima a essere stata contattata dal sindaco di San Rocco al Porto Giuseppe Ravera, grande sostenitore dell’opera. Contrariamente a quanto avvenuto una settimana fa, Elinda si sarebbe presentata questa volta con uno studio di fattibilità preciso: proprio l’incontro del 19 maggio scorso e il successivo sopralluogo in riva al Po, invece di chiarire i dubbi, avevano contribuito ad aumentarli, con la società di Boretto che, sollevando questioni di urgenza nel trasferimento delle chiatte via fiume a causa dei livelli delle acque, di fatto chiedeva carta bianca nella realizzazione dell’opera. In una nota ufficiale emessa lunedì Anas era stata costretta a ribadire che le ipotesi prospettate fino a quel momento non avevano dato sufficienti garanzie in merito alla «sicurezza del ponte stesso e alla sua capacità di affrontare le possibili piene del fiume Po». E proprio queste sono le due condizioni su cui si sta lavorando con gli incontri di questi giorni: venerdì dovrebbero essere sciolte le ultime riserve al proposito e forse ci sarà già l’indicazione del soggetto incaricato di redigere un progetto definitivo e al quale sarà chiesto l’affitto dell’opera, a un prezzo stimato di circa 140mila euro al mese, per il periodo di 14 mesi necessario alla ricostruzione del ponte crollato. Da quando ci sarà il via libera finale,l’opera sarà pronta soltanto dopo 45 o 60 giorni, con il serio rischio di vedere pronta la soluzione che tutti hanno sempre definito urgente dopo ben quattro mesi dal cedimento.Ieri peraltro i problemi di trasferimento delle chiatte necessarie all’opera sono spariti dal tavolo di confronto e lo spostamento dovrebbe avvenire su gomma, qualunque sia la società chiamata a realizzarla.Infine, si è ormai definita la posizione del manufatto, nella zona compresa tra il ponte crollato e quello ferroviario. Su sponda lodigiana l’approdo sarà nell’area golenale, in prossimità della rotatoria dell’Auchan: da lì il ponte oltrepasserà l’isolotto Maggi per sbucare a Piacenza nell’area Map. Allo studio ci sono ora i problemi di smaltimento del traffico all’interno della città. Fonte: Il Cittadino

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