sabato 23 maggio 2009

San Rocco al Porto - Riconosciuto lo stato di “somma urgenza” Ora può partire la sistemazione degli argini

Il ministero delle Politiche agricole e forestali ha accettato lo stato di “somma urgenza” per gli interventi a difesa immediata delle aree golenali di San Rocco al Porto. La richiesta era partita dal Consorzio Muzza in seguito al cedimento dell’argine del Po avvenuto nel corso della piena di fine aprile durante la quale si ebbe anche il crollo del ponte per Piacenza.
Con questo riconoscimento da parte del governo può partire l’intervento di rifacimento degli argini fusibili là dove sono ceduti. Gli argini fusibili sono il sistema di argini che consente alle piene del Po di sfogarsi in allagamenti controllati.
Le prime opere, dal costo previsto di 150mila euro circa, serviranno a evitare che anche una piena morbida del Po, cioè una piena tranquilla, progressiva e non devastante, possa andare a invadere nuovamente la zona, molto fertile e per questo coltivata intesivamente. Gli stessi agricoltori, Fin dalle prime ore della piena, hanno impiegato mezzi e si sono dati da fare in attività di contenimento senza neppure volere il rimborso delle spese sostenute.Il costo dei lavori, anticipati dal Consorzio Muzza, dovrebbe essere sopportato dal ministero stesso, come è prassi in seguito alla dichiarazione di interventi di somma urgenza. I lavori sono già cominciati e potrebbero concludersi entro una quindicina di giorni.Diverso invece è l’iter per la realizzazione degli interventi per il ripristino totale degli argini, l’argine maestro, le opere di contenimento e i manufatti idraulici sottostanti, secondo lo stato in cui si trovavano prima della piena: il costo per questi lavori è sicuramente superiore al milione, e per essi si attende il via libera del governo ai finanziamenti pubblici. Basti pensare che dove l’argine è collassato, l’acqua delle piena, con un effetto a cascata, ha prodotto lo spostamento di 60 mila metri cubi di sabbia che si sono posati per tutta l’area golenale anche sulle colture. Sul luogo della caduta dell’acqua, è rimasta una voragine di grande dimensione che sarà interamente coperta recuperando sabbia in loco.
«Questa piena ha segnato anche il battesimo per il canale di sgrondo realizzato l’altro anno - spiega il presidente del Consorzio Muzza Ettore Grecchi -. Sfruttando gli avvallamenti dell’area golenale, abbiamo creato in una depressione un canale nel quale è confluita l’acqua di piena. E da questo canale l’acqua è stata ricacciata in Po, appena il livello del fiume lo ha consentito. Così in tre o quattro giorni l’acqua dalla golena è sparita, mentre in passato si aspettava anche un mese che la terra l’assorbisse tutta».Questo canale di sgrondo, la cui opera è stata «straordinaria», secondo i tecnici, sarà potenziato con alcune ramificazioni minori dirette a quei punti della golena dove più difficile è il deflusso naturale. Fonte: Il Cittadino

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