Il grande immobile di Vigarolo, abbandonato da anni, torna al centro dell’attenzione: ma da palazzo Delmati “frenano”.Proseguono da mesi i contatti tra il comune e uno studio tecnico.
C’è una pista milanese per villa Redentore, il grande immobile di proprietà del comune di Sant’Angelo, situato a Vigarolo nel territorio comunale di Borghetto Lodigiano. I contatti tra i tecnici del comune di Sant’Angelo e lo studio Mapelli di Milano proseguono ormai da mesi e anche negli scorsi giorni l’architetto Esmeralda Mapelli sarebbe stata avvistata a palazzo Delmati. La pista che porta allo studio Mapelli non è l’unica, a dire il vero, visto che anche altri privati si sarebbero fatti avanti, interessati all’acquisto della villa e del grande parco che la impreziosisce. Ma a rafforzare l’ipotesi che lo studio milanese Mapelli sia particolarmente interessato all’affare è il fatto che i suoi emissari si sono già rivolti anche al comune di Borghetto, parlando direttamente con l’ex sindaco Andrea Menin. In comune, a Sant’Angelo, vige il più stretto riserbo e ancora giovedì il sindaco Domenico Crespi smentiva ogni trattativa. Fonti attendibili confermano però che i contatti con lo studio Mapelli non mancano, e sarebbero stati fatti anche dei sopralluoghi a Vigarolo. Non è un mistero che il comune di Sant’Angelo stia cercando con insistenza di vendere il pregevole immobile di Vigarolo, ma le diverse aste organizzate finora sono andate a vuoto. L’ultima in ordine di tempo risale alla seconda metà del 2008: in quel caso la base d’asta era di 1,2 milioni di euro, definita sulla base di una stima redatta dall’Agenzia del territorio. In attesa che la giunta Crespi decida se indire una nuova asta, proseguono i contatti con i privati interessati ad avviare una trattativa. Gli emissari dello studio Mapelli, come detto, oltre a parlare con i tecnici e gli amministratori del comune di Sant’Angelo, si sono già rivolti anche all’ufficio tecnico del comune di Borghetto. A cavallo tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 gli esperti dello studio d’architettura milanese hanno chiesto al comune retto dall’allora sindaco Andrea Menin di poter verificare la destinazione urbanistica dell’area di villa Redentore, ricevendo la risposta che l’immobile può essere utilizzato per scopi sociali, per l’ospitalità. Lo spettro delle sue destinazioni dunque è ampio: secondo una fonte interna al comune di Borghetto si andrebbe dalla casa di riposo alla struttura alberghiera. Ma c’è di più, perché il Piano regolatore del comune di Borghetto prevede che possa essere modificata la destinazione d’uso della villa, che è comunque vincolata.L’ex sindaco di Borghetto, Menin, non si sbilancia circa i contatti con lo studio Mapelli. Parlando in astratto, non nasconde però il proprio disappunto di fronte all’eventualità «di un intervento residenziale puro con le cubature attuali della villa, anche perché le ricadute in termini di servizi da erogare negli anni futuri ai nuovi residenti sarebbero molto più pesanti rispetto agli oneri di urbanizzazione che il comune incasserebbe». Dallo studio Mapelli, interpellato negli scorsi giorni da “Il Cittadino”, non sono arrivate conferme. Dal comune di Sant’Angelo, invece, insistono sul fatto che lo studio Mapelli è solo uno dei diversi soggetti privati che finora hanno manifestato interesse per la villa. L’ex palazzo Ghisalberti, noto appunto anche come villa Redentore, storica sede del Pontificio istituto missioni estere (Pime), è composto da un immobile principale di tre piani da 550 metri quadrati l’uno, da una dependance, da locali di servizio e da un ampio parco di 22mila metri quadrati. Era stato acquistato dall’amministrazione comunale di Sant’Angelo sul finire degli anni Settanta per l’equivalente di circa 220mila euro. Oggi, a distanza di trent’anni, è inutilizzato e in stato di abbandono. Fonte: Il Cittadino
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