
Novemila piante spunteranno nei prossimi mesi sulle pendici della ex discarica di Vizzolo Predabissi, avviando così la trasformazione della collina di Montebuono in una “montagnetta” del Sudmilano, con la prospettiva di diventare parco pubblico. Non accadrà domani - ci vorranno ancora anni per la completa bonifica del sito -, ma il 2009 appare l’anno della svolta. All’inizio del prossimo decennio ci sono forti probabilità che sull’altura artificiale, cresciuta metro su metro con i rifiuti arrivati per vent’anni dalla provincia di Milano, si possa passeggiare ammirando il panorama dell’ansa del Lambro e la cerchia delle Alpi dall’unico punto del Sudmilano che supera quota cento metri. Tangenziale est esterna permettendo, perché la strada passerà in zona. La riconversione dell’ex discarica è iniziata con la messa a dimora delle prime 4500 piante, che raddoppieranno entro fine 2009. In questo modo, attraverso una trasformazione silenziosa, la discarica al confine fra Cerro al Lambro e Vizzolo sta cambiando pelle. L’operazione riforestazione è seguita e finanziata dalla Vizzolo Ambiente Spa, la società che da alcuni anni ha in carico la captazione e vendita del biogas da rifiuti e la riconversione della discarica. Vizzolo Ambiente - subentrata alla Sacagica che gestiva invece lo stoccaggio delle scorie quando la discarica era in funzione (1984-2000) - ha avviato il progetto che darà veste definitiva al sito. Non più un’elevazione di chiara origine artificiale, con i teloni a coprire i lotti sotto i quali dormono decine di migliaia di tonnellate di rifiuti, ma un’altura che qualcuno poco al corrente delle vicende locali potrebbe al limite prendere per una “San Colombano-bis”. Spiega le linee portanti del progetto Vizzolo Ambiente, Vincenzo Caminada, consulente eco-ambientale della società di gestione: «Con la fine dell’inverno abbiamo iniziato gli innesti di piante - dice il tecnico - cominciando dalle prime 4500 essenze. Le piante sono a fusto medio o medio-piccolo, perché le caratteristiche dei suoli e la forte esposizione al sole di alcuni versanti sconsigliano di partire da flora ad alto fusto. Sono specie autoctone lombarde, quindi aceri, olmi, biancospini, prugnoli, rose canine e carpini. Nelle prossime fasi sperimenteremo l’impianto di specie maggiori come querce, ontani e ligustri. Sopra Montebuono prenderà vita un ecosistema a bosco che potrebbe essere completato da una zona umida in riva al Lambro». L’ex discarica si stende su 220mila metri quadrati, una superficie immensa che si provvederà a rinfoltire almeno parzialmente di alberi partendo dalle zone più “antiche”, quelle dove i rifiuti arrivavano negli anni ‘80. L’impianto di Vizzolo funzionò poi a servizio di tutti i 188 comuni milanesi fino all’ultima proroga di fine 1999. I tempi di apertura al pubblico del “parco Montebuono” non si possono prevedere nel dettaglio. La stima è che il biogas (tutto captato da una centrale, senza bocchette di superficie) possa esaurirsi fra il 2012 e 2015. Fonte: Il Cittadino
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