mercoledì 29 luglio 2009

Comazzo - «Impossibile fermare i bagni nell’Adda»

Il sindaco: «Situazione di pericolo». In cantiere l’ipotesi di un nuovo parcheggio contro la sosta selvaggia.Le rive sono prese d’assalto, ma nessuno rispetta divieti e cartelli.

«Divieto di balneazione». I cartelli sono visibili, con tanto di ordinanza firmata dai sindaci, in ogni angolo del fiume. Eppure sembra che i forzati dell’abbronzatura, oltre al salviettone e all’ombrellone, non riescano proprio a rinunciare al bagno nell’Adda. A metà strada tra il canale Vacchelli e il fiume, tra sponda cremasca e lodigiana, nel triangolo tra Merlino, Comazzo e Spino, il tuffo in acqua è quasi obbligatorio. E dei rischi che si corrono, sembra importare poco: l’anno scorso è annegato un extracomunitario tra Merlino e Spino, domenica scorsa è affogato un peschierese in località Bocchi, a Comazzo. «Purtroppo la situazione di pericolo è una dura realtà - commenta Italo Vicardi, sindaco di Comazzo - e noi facciamo quel che possiamo. L’ordinanza che vieta la balneazione l’ho firmata un mese fa. Le presenze però sono altissime: è gente che viene soprattutto dal Milanese o comunque dai paesi vicini. Bisogna cercar di far capire loro che il sole e una passeggiata la si può fare, ma non il bagno». Il problema è pure quello della viabilità. La strada che porta all’Adda da Comazzo si riempie di macchine che parcheggiano in maniera indiscriminata: una sosta selvaggia che impedisce per esempio anche ai veicoli di pronto intervento di passare. «Come comune - continua Vicardi - abbiamo il dovere di risolvere questo problema. Per quel che è possibile cerchiamo di collaborare con il comune di Merlino, anche con la polizia locale. Vogliamo creare un parcheggio sopra il ponte, di modo da sgravare la strada che porta al lido consentendo il passaggio ad ambulanze e solo a mezzi di soccorso. Il posteggio sarebbe in area protetta e quindi non è semplice arrivare ad una soluzione». Il suo bel da fare ce l’ha anche il comune di Spino. Il punto più pericoloso è il ponte. Si accede dal ristorante Canadi. E appena verso l’ingresso si distendono i coloratissimi salviettoni. «La situazione è davvero grave - commenta il vicesindaco di Spino Enzo Galbiati -, ma noi abbiamo poteri limitati. In realtà all’Adda si accede da Spino ma gran parte della sponda è di Zelo. Tre anni fa è affogata una persona proprio qui, una zona molto pericolosa». I famigliari hanno fatto causa al comune di Spino per la carenza della cartellonistica che indicava il divieto di fare il bagno. «Noi non è che possiamo fare molto - continua il vicesindaco - perché se la gente prende il sole è libera di farlo. Avvertiamo invece dei rischi che ci potrebbero essere facendo il bagno. I cartelli infatti ci sono e c’erano anche prima: li abbiamo potenziati. Abbiamo mobilitato la protezione civile e le giacche verdi di Spino che ci aiutano anche a tenere sotto controllo il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Devo dire che noi riscontriamo soprattutto la presenza della comunità peruviana. Ci sono tantissimi sudamericani che arrivano con la macchina, accendono la radio e fanno grigliare la carne. E poi fanno il bagno». Importante la presenza anche di nordafricani e romeni. Fonte: Il Cittadino

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