Un paradiso di 7 mila metri quadrati, di noccioli e pioppi, dove volano le farfalle arancioni di palude. E che guarda dall’alto la lanca di Soltarico. Ad acquistarlo è stato il Parco Adda Sud. Si tratta di un altro pezzo sottratto alla proprietà dei privati. Per impedire, come dice il direttore Riccardo Groppali, che la lanca di Soltarico vada verso la distruzione. «È un bell’investimento – aggiunge il presidente Silverio Gori – quello che abbiamo pensato per quest territorio. Abbiamo stanziato circa 29mila euro quasi interamente di fonte regionale. Ora si tratterà di ripulire l’area, abbattere una casotta con il tetto in eternit da smaltire e poi pensare a un osservatorio per la fauna ornitologica. Abbiamo già acquistato quasi tutta l’isola dei Pom, l’area che risale verso la morta: ne manca solo una piccola fetta. Ci siamo allargati con nuove aree acquisite, sempre in questo periodo, anche a Credera di Rubbiano e a Casaletto Ceredano». Secondo Groppali si tratta di un bel progetto. Se cambia la legge di gestione dei parchi, infatti, e a livello locale non si potrà più intervenire, non si sa cosa ne sarà delle aree protette. Meglio, quindi, acquisire il più possibile adesso. «Quest’acquisto è strategico - precisa il direttore -. Più aree intorno alla lanca vengono acquisite e tutelate, meglio è. Qui intorno, almeno fino agli anni Ottanta, c’erano acquitrini e zone umide ricchissime, piene di genziane di palude, ora sono secche e completamente invase dal luppolo giapponese. Se la gestione da parte dei privati è oculata, la natura ne trae beneficio, ma non sempre le cose funzionano così. Basta modificare l’irrigazione, per esempio, per togliere acqua dall’area e degradare il valore ambientale del bosco. Grazie alla soglia artificiale che abbiamo realizzato nella lanca, siamo riusciti a impedire che la lanca di Soltarico si asciugasse. La soglia, infatti, impedisce all’acqua di abbassarsi oltre un certo livello. La lanca di Soltarico è un ambiente molto pregiato, abitato dalla farfalla di palude arancione, dal ramarro, ma anche da specie che per altri paesaggi lodigiani sono rarità come il mignattino, l’averla capirossa, il fischione turco, il canapino e il tarabuso. Uno dei migliori esempi di quanto è possibile vedere a Soltarico è il libro fotografico di Antonio Marchitelli». L’idea è di istituire proprio lì, sopra la lanca, un osservatorio, è ottima. «Dobbiamo studiare bene il progetto però - annota Groppali -; ci vogliono il cannocchiale giusto e il punto di osservazione corretto. Poi bisogna studiare il periodo in cui si possono osservare certi animali piuttosto che altri e collocare dei cartelli didattici. Il rischio, altrimenti, è che si vada lì con delle attese generiche in qualsiasi periodo dell’anno e non si riesca a vedere nulla».Intorno alla lanca di Soltarico, l’area protetta dal Parco, grazie agli acquisti effettuati a partire dal 2005, supera ormai i 12 ettari. Il percorso denominato della biodiversità consente ai lodigiani di godersi i boschi sulle rive della lanca, a piedi, in bicicletta o anche a cavallo, partendo dal centro ricreativo l’Ortica. Fonte: Il Cittadino
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