Lo hanno picchiato a sangue nel suo phone center di via Piave a Certosa per rubargli l’incasso e le carte telefoniche, poi si sono dileguati a piedi per il dedalo di viuzze del quartiere che si affaccia sulla via Emilia. Vittima dell’aggressione avvenuta sabato sera intorno alle 22, è il titolare dell’attività di chiamate internazionali, un quarantenne egiziano le cui iniziali sono I. E. W. M, residente a Vizzolo Predabissi, incensurato e in Italia con regolare permesso di soggiorno, il quale all’ora di chiusura della sua attività ha ricevuto sgradite visite. Da una prima ricostruzione, effettuata anche attraverso la ricostruzione di alcuni abitanti che vedendo i soccorsi si sono precipitati sul posto, l’uomo ha tentato di opporre resistenza, ma non ha avuto la meglio: i due malviventi lo hanno picchiato, infatti, provocandogli una serie di ferite al volto. Il pavimento del negozio era sporco di sangue e dalle prime testimonianze sembra che la coppia di soliti ignoti abbia agito con bastoni alle mani, ma su questi particolari sono ancora in corso le indagini degli inquirenti. L’egiziano, una volta usciti di scena i suoi aggressori, intontito dalle percosse, ha tentato di raggiungere il vicino negozio di kebab gestito da un suo parente, per raccontargli della brutta vicenda e chiedergli di chiamare l’ambulanza. Ma non ce l’ha fatta: è crollato a pochi metri dalla soglia del suo locale. Nel frattempo sono arrivati i soccorsi sanitari e i carabinieri, attirando l’attenzione e la curiosità degli abitanti dei caseggiati vicini, che da tempo lamentano problemi di ordine pubblico e di sicurezza. Alcuni di loro hanno seguito con apprensione gli interventi cercando di capire cosa fosse accaduto in un orario dove c’è ancora passaggio, lungo un asse centrale dell’agglomerato urbano, mentre il ferito è stato trasportato d’urgenza in codice giallo al policlinico di Milano. Dopo la spaccata della vetrina del bar tabaccheria avvenuta nelle scorse settimane, i sandonatesi di Certosa con l’occasione tornano a fare appello alle istituzioni, al fine di sollecitare maggior presidio, insieme al potenziamento di deterrenti, anche in termini di lavori pubblici, che possano concorrere a garantire un clima di quiete. I promotori della petizione popolare, che nell’estate scorsa era finita anche sotto le telecamere del Tg3, ricordano che la raccolta di sottoscrizioni, che è a disposizione presso l’edicola di Piazza Tevere, rimarrà aperta ancora per un paio di settimane. Dopodiché verrà consegnata ai vertici del comune, a cui saranno chieste strategie per rendere il quartiere più vivibile e sicuro.Fonte: Il Cittadino
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