venerdì 30 ottobre 2009

San Donato - Mattei trasformò in protagonisti i Paesi del gas e del petrolio - L’ingegner Francesco Guidi ha tenuto la commemorazione ufficiale in occasione del 47° anniversario della scomparsa del fondatore del Gruppo Eni.

È ormai una tradizione per San Donato Milanese ritrovarsi il 27 ottobre nella chiesa di Santa Barbara, per ricordare l’anniversario della scomparsa di Enrico Mattei, in una cerimonia organizzata dall’Associazione Pionieri e Veterani Eni. Quest’anno è stato il 47°.«Ogni volta ci accorgiamo - ha dichiarato nel suo discorso l’ingegner Guidi - che il ricordo di Enrico Mattei si rafforza anziché affievolirsi nel tempo. Perché quelle intuizioni in campo energetico da lui espresse, da quando arrivò alla guida dell’Agip il 30 aprile 1945, erano le giuste previsioni di una realtà che si sarebbe verificata nel mondo degli idrocarburi in tempi anche lunghi. Oggi si parla tanto di gas naturale e il pensiero va a quando Enrico Mattei valorizzò questa fonte di energia dopo la scoperta di Caviaga fatta dall’Agip nel maggio 1944. Una fonte energetica che allora era quasi sconosciuta nell’ Europa Occidentale, anche per la scarsa consistenza dei ritrovamenti effettuati fino a quel momento».«In pochi anni - ha ricordato Francesco Guidi - Enrico Mattei avviò la metanizzazione dell’Italia, mentre predispose i programmi che permisero all’Agip di scoprire i tanti giacimenti di gas della Pianura Padana e di altre regioni italiane e alla Snam di iniziare la realizzazione di una rete di metanodotti, mettendo l’Italia in condizioni di essere all’avanguardia in Europa Occidentale per l’utilizzazione del gas. Ricordo che alla morte di Mattei, nel 1962, l’Agip produceva 7 miliardi di metri cubi di gas all’anno (con produzioni quasi nulle negli altri Paesi dell’Europa Occidentale), mentre la Snam aveva realizzato in Italia una rete di metanodotti che aveva uno sviluppo di 6.000 km ed era la terza nel mondo, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica».Le scoperte di gas nella Pianura Padana e nel resto d’Italia, dettero all’Eni, oltre che a contribuire al miracolo economico italiano, fornendo energia nazionale a basso prezzo, la possibilità finanziaria e la capacità tecnica maturata in quegli anni di andare all’estero.«Mattei - ha ricordato Guidi - per superare gli ostacoli del nuovo venuto in un mondo, quello petrolifero, dominato dalle grandi compagnie anglo americane, ebbe l’altra grande intuizione per la quale viene ricordato ancora oggi dalla storia a 47 anni dalla sua morte: avere offerto ai paesi produttori di partecipare alle attività di esplorazione e produzione, facendosi così un’esperienza diretta nel campo del petrolio e del gas. Una memoria che è ben radicata soprattutto nei paesi produttori che vedono ancora oggi in Enrico Mattei, il personaggio che ha maggiormente contribuito alla modernizzazione del mondo petrolifero, dal quale erano di fatto esclusi».«Con Enrico Mattei - ha concluso Francesco Guidi - vorrei ricordare i tanti personaggi che sono stati al suo fianco in quegli anni di un passato luminoso. Mi limito ai nomi di Raffaele Girotti ed Egidio Egidi che seguono ancora oggi le vicende petrolifere con grande affetto e partecipazione. Mi limito ad atri nomi, che si portano dietro i tanti che hanno contribuito a rendere grande il nome dell’Agip e dell’Eni: Alfredo Giarratana e Oreste Jacobini negli anni Venti e Trenta e poi Tiziano Rocco, Carlo Zanmatti, Oliviero Olivero, Mazzini Pissard e Dante Jaboli».Fonte: Il Cittadino

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