Per la terza volta in un anno la società che lavora all’interno del canile Santa Brera di San Giuliano è finita nei guai. I carabinieri del Nas hanno sequestrato infatti 95 cuccioli importati illecitamente dall’Ungheria e destinati alla vendita, mentre hanno segnalato all’autorità sanitaria il titolare della società. Gli stessi carabinieri avevano già effettuato un intervento simile un anno fa, nel settembre 2008, mentre lo scorso febbraio fu la volta del corpo forestale dello Stato sequestrare più di cento cuccioli arrivati anch’essi dall’Ungheria. Il blitz dei carabinieri, in collaborazione con il personale Asl di Melzo, è scattato sabato sera. Il responsabile della società, che a Santa Brera ha affittato un capannone, è accusato di aver importato il 22 ottobre (il giovedì precedente) 193 cagnolini di tutte le razze pur non avendone l’autorizzazione, che gli era stata sospesa temporaneamente, e di non aver comunicato l’importazione alla competente autorità sanitaria. Una parte degli animali nel frattempo era già stata venduta ai negozi specializzati: su questi sono in corso gli accertamenti per verificarne lo stato di salute. I rimanenti 95, invece, che hanno un valore di circa 50mila euro, saranno sottoposti agli accertamenti sanitari giudicati necessari.«Tutti gli animali erano in regola, con il passaporto, il microchip e la certificazione sanitaria - ribatte un dipendente del centro cinofilo Santa Brera, che sostituisce il titolare Giuseppe Baroni quando è assente -, l’Asl fa i controlli ogni settimana ed è sempre risultato tutto perfettamente in regola. Gli animali erano stati importati da una società esterna che ha affittato un capannone all’interno del centro: fa arrivare in Italia più di 150 cani ogni dieci giorni e poi li vende ai negozi».Al titolare della società, quindi, era stato sospeso momentaneamente il cosiddetto Uvac, un permesso internazionale che permette di spostare fra gli Stati membri dell’Unione europea gli animali. Una sospensione dovuta a un controllo a campione su alcuni cani per verificare se i vaccini antirabbica fossero stati effettivamente eseguiti nei tempi e nei modi dichiarati dalla società. Una volta ultimati i controlli, definiti “standard”, l’autorizzazione sarebbe stata restituita.«Qui i cani sono tenuti in buone condizioni - aggiunge il responsabile del canile -, arrivano con i mezzi idonei e con tutte le certificazioni in regola, con i timbri dei veterinari di provenienza e con i microchip. All’interno del centro, grande 40mila metri quadrati, ci sono anche tre associazioni animaliste». Ora la vendita è bloccata e i cuccioli, sequestrati sanitariamente, sono affidati al titolare della stessa società che li aveva importati illegalmente, in attesa dei riscontri delle autorità sanitarie.Già nel 2008 gli stessi carabinieri del Nas avevano sequestrato 155 cuccioli che, secondo l’accusa, erano stati portati in Italia senza la registrazione presso il ministero del Lavoro e della salute, e per i quali veniva successivamente formata falsa documentazione sanitaria. A febbraio, inoltre, altri cento cuccioli vennero sequestrati per il sospetto che i loro passaporti fossero stati falsificati in alcune parti.Fonte: Il Cittadino
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