venerdì 30 ottobre 2009

Sant'Angelo - Recupero di cascina Ortaglia, la Lega chiede di fare presto


Alza la testa la Lega sul recupero di cascina Ortaglia: «Destinare dei locali non deve significare assumersi il merito di un intervento». A parlare è Giuseppe Negri, capogruppo per la Lega nord nel consiglio comunale. Le dichiarazioni arrivano a margine dell’atto di indirizzo della giusta Crespi per la destinazione dei locali di cascina Ortaglia, la storica struttura di piazza Enzo Ferrari inserita nel complesso degli spazi del castello Bolognini. Dopo il cambio di destinazione d’uso richiesto proprio dalla giunta guidata da Domenico Crespi al Pirellone, è arrivato l’atto che destina i locali a nuovo uso: la biblioteca, che lascerà i locali di piazza De Martino, e tre associazioni, gli Amici dei vigili del fuoco di Sant’Angelo, Africa Chiama e la Pro loco, stravolgendo il progetto di realizzare il Museo della corda, esposizione di una delle attività economiche storiche della città, con cui peraltro la giunta Carlin aveva ottenuto un finanziamento regionale di 500mila euro. «È giusto che ogni amministrazione porti avanti i propri progetti con il massimo impegno - ha detto Negri - ; riteniamo valida l’alternativa proposta e siamo certi che le associazioni avranno modo di esprimersi al meglio». Ma Negri rimarca il merito dell’intervento di riqualificazione dei locali, realizzato durante l’amministrazione Carlin, in cui sedeva anche la Lega. «Lo sforzo più importante è stato quello di rimettere a nuovo i locali (per cui l’ex giunta aveva stanziato fondi per un milione di euro, ndr) - chiarisce Negri - . Deciderne l’utilizzo e organizzare inaugurazione e taglio del nastro non significa avere il merito di questa rivoluzione». Destinazioni a parte, secondo Negri, l’urgenza è che «quei locali siano aperti il più presto possibile alla cittadinanza». Insomma, che all’Ortaglia ci sia o meno il Museo della corda non cambia la portata dell’intervento, perché la vera rivoluzione è mettere quei locali a servizio di tutti i cittadini. «Quei locali sono fermi da oltre due anni, il tempo delle parole è finito - ha argomentato ancora Negri - : bisogna passare ai fatti e aprire le porte alle attività. Un’ulteriore attesa significa rischiare che sia necessario mettere nuovamente mano ai locali».Fonte: Il Cittadino

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