lunedì 16 novembre 2009

Napoli - Napolitano: "Quello che conta in politica è la moralità"


«Che ci si schieri a destra o a sinistra, quello che conta è il senso più alto della nobiltà e dei limiti della politica, la dedizione all'interesse generale e la moralità della politica». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo alla cerimonia in ricordo dell'ex sindaco di Napoli, Maurizio Valenzi, svoltasi nella sala dei Baroni del Maschio Angioino in occasione del centenario della sua nascita.Parole salutate da un caloroso applauso nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino gremita di pubblico e con ospiti illustri, dal sottosegretario Gianni Letta al vicepresidente del Csm Nicola Mancino, più gli amministratori locali e regionali. Il capo dello stato ha preso spunto dalla figura dell'ex sindaco di Napoli, commuovendosi nel ricordo. Valenzi era giunto alla politica dall'impegno culturale e artistico ed era diventato ciò che si definisce un politico di professione, apparteneva cioè, ha detto il presidente della Repubblica, «ad una specie forse in via di estinzione che bisogna tuttavia difendere storicamente da giudizi sommari e grossolani.Fare della politica una »scelta di vita«, per usare la famosa espressione di Giorgio Amendola, dedicarsi interamente all'esercizio dell'attività politica è stato il modo in cui molti hanno contribuito alla costruzione della democrazia, allo sviluppo della vita democratica nelle società dell'occidente europeo. Certo - ha aggiunto Napolitano - la vicenda dei politici di professione ha fatto tutt'uno nell'Italia della costituzione repubblicana e altrove con la vicenda dei partiti, della loro ascesa e anche con le involuzioni e le degenerazioni del sistema dei partiti, con il burocratizzarsi del fare politica e l'immeschinirsi della figura dei politici di professione diventati talvolta semplici soggetti e agenti di calcoli e giochi di potere. Tutto ciò non può cancellare i tratti positivi originali di quell'esperienza».«Insomma dedicarsi interamente alla politica ha significato per un periodo non breve della nostra storia - ha aggiunto - avere un forte senso della missione, spirito di servizio e sacrificio prima e al di là di ogni legittima ambizione personale». «Non sono qui per il idoleggiare nostalgicamente il tempo che fu, il sistema dei partiti di una volta e - ha precisato Napolitano - la figura un tempo prevalente dei politici di professione. Alla politica e anche alla competizione per assumere ruoli nelle istituzioni si può giungere in modi diversi: dalla società civile, dal mondo del lavoro o delle imprese o dalla cultura. In ogni caso bisogna sapere che la politica richiede qualità specifiche, richiede che si abbiamo o si acquisiscano queste qualità perchè la politica non può vivere di dilettantismi. Si potrebbe dire con una frase di Benedetto Croce che la politica è un'arte assestante»Parole che hanno una stretta attualità, anche se ovviamente rivolte in modo bipartisan al mondo della politica e delle istituzioni. Il capo dello stato aveva ricevuto ieri, sempre a Napoli, la laurea honoris causa per l'impegno europeista.Il messaggio del Capo dello Stato sulla moralità della politica è «totalmente condivisibile». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta lasciando il Maschio Angioino, dove si è tenuta la cerimonia di commemorazione per i 100 anni dalla nascita dell'ex sindaco di Napoli, Maurizio Valenzi. «Sottoscrivo il messaggio del presidente - ha aggiunto Letta che è andato via in compagnia del presidente degli industriali napoletani Gianni Lettieri, considerato uno dei candidati più accreditati per il Pdl alla carica di governatore - e credo che la mia testimonianza fosse in linea col suo spirito e le sue parole».Letta si è detto fiducioso che la politica italiana saprà accogliere il monito di Napolitano: «Lo vogliono gli italiani ed è necessario al bene e al futuro del Paese».  Anche sulla giustizia? Gli viene chiesto da un cronista: «Mi auguro di sì - è stata la risposta di Letta - perchè la vita è fatta di tante cose, anche la giustizia».Fonte: L'Unità.it

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