C’è anche il nome di un’impresa edile specializzata in opere pubbliche, con sede nella zona di Sant’Angelo Lodigiano, nella relazione sulla criminalità organizzata in Lombardia che prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi ha inviato il 22 gennaio alla Commissione parlamentare antimafia. Una relazione riservata di 47 pagine che è stata anticipata, in minimi stralci, da un giornalista de “Il Sole 24 ore”, Roberto Galullo, sul suo blog, e che a proposito delle possibili infiltrazioni della malavita organizzata nella provincia di Lodi scrive: “La ditta citata (di cui omettiamo il nome in assenza di riscontri a quella che per ora è solo una pur autorevole ipotesi, ndr) ha partecipato a lavori di riqualificazione della strada.... Lungo detta tratta è ubicata la cascina...dove la società in questione ha tutt’ora una porzione di area...dove è risultato essere domiciliato il pruripregiudicato siciliano..., noto personaggio di spicco della mafia”.La strada si trova nel territorio della provincia di Lodi e i lavori sono stati realizzati ovviamente con fondi pubblici. Oltre alla coincidenza dell'indirizzo di un pregiudicato, però, la relazione del prefetto, a quanto finora trapelato, non motiva legami tra questa azienda, che recentemente ha partecipato anche a un piccolo appalto nel Messinese, e organizzazioni criminali. “Secondo la nostra legislazione la mafia esiste quando esiste un’associazione i cui partecipanti si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento o di omertà che ne deriva per commettere delitti o per acquisire il controllo di attività economiche finanziate da soggetti pubblici o privati - questa la premessa del prefetto Lombardi alla sua relazione -. A Milano al momento non può dirsi che esistano organizzazioni del genere...nel nostro territorio sono presenti soggetti collegati alla mafia che preferiscono fare affari piuttosto che fare i mafiosi. Pertanto se alcuni cognomi evocano collegamenti con famiglie mafiose, ciò non vuol dire, necessariamente, che a Milano e in Lombardia non esista la mafia».O, meglio, le mafie, che, emerge dalla relazione, in Lombardia si sta portando in alcune aree, come a Buccinasco, a un sempre più veloce controllo del territorio attraverso le attività socio economiche. “I sodalizi criminali hanno subito mostrato grande attitudine alla riorganizzazione e alla rigenerazione dopo le pesanti perdite subite da vaste e penetranti operazioni di polizia, grazie all'apporto di nuovi soggetti trasferiti nel nord del Paese per rimpiazzare i membri della struttura criminale colpiti da provvedimenti restrittivi - ancora il prefetto -...L’organizzazione si connota nell’accertata capacità di muoversi senza particolari difficoltà sul terreno del riciclaggio, grazie a consolidati rapporti con esponenti del mondo bancario, finanziario e istituzionale...inserendosi insidiosamente nel tessuto economico legale grazie all’esercizio di imprese all'apparenza lecite”. E il prefetto elenca i cognomi delle famiglie, indicando che San Donato, San Giuliano e Melegnano sono dominate da un uomo ora in carcere che continuerebbe a operare attraverso moglie e figli e aggiungendo che a San Donato è presente anche un’altra famiglia legata a una cosca siciliana.Fonte: Il Cittadino
Nessun commento:
Posta un commento