sabato 6 febbraio 2010

Lodi Vecchio - L’area archeologica sotto protezione - Il comando di Monza, che si occupa della tutela del patrimonio culturale, non ha però rilevato reati - Il sito giudicato “sensibile” dai carabinieri del nucleo specializzato

Appropriazione illecita, furti, falsificazioni, scavi clandestini, ricettazione: i carabinieri di Monza, il comando che lavora per la tutela del patrimonio culturale, sanno bene che il malaffare pare sempre più attratto dall'arte. Siti archeologici, arte contemporanea o opere sacre custodite nelle chiese, non fa differenza: i danni che furti, falsificazioni o danneggiamenti provocano al nostro patrimonio sono una voce dolorosamente importante nel bilancio delle attività criminali.
E se il territorio lodigiano si configura come la provincia lombarda, insieme a quella di Lecco e Sondrio, con meno furti di opere d'arte denunciati nel 2009, i carabinieri di Monza non abbassano la guardia. Dal punto di vista della tutela del patrimonio artistico del Lodigiano, l'area archeologica di Lodi Vecchio è sempre sotto attenta osservazione: stando ai dati diramati ieri da Andrea Ilari, comandante del nucleo specializzato di Monza, il bilancio dell'anno scorso è stato positivo e, grazie a un'efficace opera di prevenzione, non sono stati riscontrati scavi clandestini. «Area di interesse operativo per la specifica problematica - spiega - resta da sempre, oltre alla Lomellina pavese, quella dei dintorni di Lodi Vecchio». Si tratta di terreni dove sorge la riserva archeologica del Lodigiano, un patrimonio tutto da valorizzare, anche dal punto di vista turistico.
Il bilancio delle attività dei carabinieri di Monza, sebbene denunci in Lombardia una diminuzione dei furti e dei danni al patrimonio nel 2009 (106) rispetto al 2008 (134), sottolinea come ancora una volta siano i luoghi di culto le "vittime" preferite dai trafficanti di opere d'arte, con 40 furti segnalati: solo le case private hanno subito una sorte peggiore (58 furti) mentre i musei e gli enti pubblici sono stati toccati in modo più marginale (rispettivamente, 2 e 6 furti). Tra le province più colpite dai furti di opere di valore spiccano quella di Milano, di Brescia e Bergamo ma anche Cremona: in particolare, le chiese delle Alpi e Prealpi, che spesso non possono contare su una vigilanza accorta, hanno subito i danni più ingenti. Di solito si tratta della trafugazione di dipinti, sculture (soprattutto lignee, più piccole e più facilmente occultabili) e anche di libri antichi. L'attività dei carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale è riuscita nel 2009 a sottrarre dal mercato illecito e a recuperare nella nostra regione beni pari a 4 milioni e 853mila euro e ha sventato la contraffazione e la falsificazione di opere d'arte per un giro d'affari superiore ai 10 milioni di euro.Fonte: Il Cittadino

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