mercoledì 24 febbraio 2010

Melegnano - Castello, la Provincia non ha soldi - L’annuncio del consigliere Luca Squeri: «Non siamo in grado ora di accendere mutui» - Slitta di un anno l’intervento di recupero del maniero

«Il recupero del castello di Melegnano nel 2010 resterà fermo. Troppo difficile la situazione economica della Provincia di Milano per attivare mutui. Però nel 2011 potrebbero partire assieme sia il consolidamento dell’ala provinciale, che l’intervento sugli affreschi interni». Così Luca Squeri, assessore al bilancio e patrimonio di palazzo Isimbardi, è tornato a ribadire nel consiglio provinciale di lunedì scorso quale agenda c’è nel futuro prossimo del simbolo di Melegnano. Un castello da anni per due terzi in mano al comune e per l’altro nel forziere della provincia. A sollevare l’interrogativo era stato a fine settembre Enrico Marcora, unico esponente dell’Unione di centro nell’assemblea provinciale entrata in carica a giugno 2009. Ora giunge la risposta. Il sandonatese Squeri, nella sostanza, annuncia che l’investimento da 1 milione 200mila euro preventivato per l’anno in corso scivolerà a quello venturo. Motivo: gli effetti postumi del disavanzo con cui Filippo Penati ha lasciato palazzo Isimbardi al momento del passaggio di testimone a Guido Podestà. «L’impegno finanziario stabilito per il castello melegnanese è quantificato in 300mila euro per il 2009, 1,2 milioni sul 2010, 2,3 milioni nel 2011 più altri due milioni destinati al recupero delle pareti affrescate. Stante il permanere di una difficile situazione finanziaria in provincia, in massima parte determinata dagli squilibri lasciati dalla precedente gestione politica (un anno fa l’esecutivo Podestà si era spinto a calcolare 40 milioni di euro di rosso migrati da Penati ai successori), non è stato possibile attivare il mutuo da 1,2 milioni ad inizio 2010, in modo da andare in gara prima dell’estate e completare i lavori entro fine 2011». Insomma, il “giro” degli interventi sul maniero melegnanese slitta dodici mesi in avanti, sempre con la regola che i lavori iniziati in un determinato anno vadano a compimento il successivo. Il milione e duecentomila euro del 2010 diventa appostamento per il 2011 con conclusione nel 2012; i 2 milioni 300 del 2011 si vanno a collocare nel 2012. Non è escluso però che alcune fasi anziché successive possano risultare sincronizzate:«la parte relativa al restauro degli affreschi, quantificata in due milioni di euro di spesa, potrebbe essere anticipata al 2011, nel caso di reperimento delle adeguate risorse a partire dai prossimi esercizi». La replica del titolare del bilancio si chiude ricordando l’impegno, da parte di provincia e broletto melegnanese, a formare un unico Comitato di Gestione del bene architettonico e confermando la destinazione a museo dell’ala orientale. Ma in città c’è chi sta affilando le armi proprio su un castello ritenuto allo sbando e senza progetti chiari. È il caso del consigliere ed ex sindaco Pietro Mezzi, il quale presenterà a giorni un’interrogazione dritta sul tema: «Al di là del fatto che il “buco” creato dall’amministrazione Penati non è mai esistito - incalza l’esponente di “Melegnano sostenibile”, fino al 2009 assessore in provincia - perché il passivo si era creato da minori entrate, cioè da qualcosa che è fuori dal controllo provinciale, la giunta Bellomo per il castello di Melegnano non sta facendo assolutamente nulla. Al piano terra è pieno di finestre mancanti e di rifiuti. Qualunque vandalo può entrare e mandare in fumo tutto». Si unisce Alessandro Massasogni, consigliere comunale del Partito democratico: «Se i tempi sono quelli annunciati dall’assessore Squeri, altro che collegare il castello al circuito di Expo 2015. Non avremo nemmeno finito il recupero».Fonte: Il Cittadino

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