«Disastro ambientale del Lambro, la macchina dei soccorsi si è mossa in ritardo». La denuncia è arrivata da Marzio Marzorati, esponente di Legambiente Lombardia, che giovedì sera a Melegnano ha partecipato ad un incontro pubblico. «Nella raffineria di Villasanta non si conosceva neppure l’esatta quantità di idrocarburi presenti, mentre da tempo mancava persino l’autorizzazione antincendio - ha premesso -. Logico quindi che già la situazione iniziale non favorisse una seria attività di prevenzione». Poi Marzorati ha raccontato quanto accaduto in quel tragico 23 febbraio: «Attorno alle 4 di notte i criminali hanno aperto le pompe della raffineria, con il petrolio che ha raggiunto dapprima i tombini che vanno nelle fognature comunali e quindi il depuratore del Monzese. Solo a quel punto, erano già le 8, si è messa in moto la macchina dei soccorsi». Gli idrocarburi sono poi finiti nel Lambro per arrivare nel primo pomeriggio a Melegnano e nel resto del Sudmilano. «E anche qui non sono mancati i ritardi - ha incalzato Marzorati -. Perchè le ditte erano pronte ad aspirare il petrolio con le pompe idrovore, ma ovviamente volevano avere la garanzia del pagamento. Non c’era però nessuno che firmasse l’atto relativo, così che si sono perse altre sei ore preziose. A quel punto il danno era fatto, con il petrolio che ha continuato inarrestabile la sua corsa verso il Po». Maurizio Montanelli ha invece illustrato l’attività dell’Asl. «La segnalazione ci è arrivata tra le 12 e le 13 - ha spiegato il responsabile sanitario -, e sin da subito ci siamo mossi nei comuni di nostra competenza. Abbiamo infatti invitato i sindaci del Sudmilano ad emettere una serie di ordinanze per vietare la pesca e l’utilizzo dell’acqua del fiume. Poi abbiamo allertato il pronto soccorso dell’ospedale Predabissi, da cui peraltro non ci è arrivata alcuna segnalazione di pericolo. Quanto ai pozzi dell’acqua potabile, sinora non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema. Ad ogni modo, d’ora in poi ai normali controlli aggiungeremo anche quelli sugli idrocarburi». Vincenzo Caminada ed Erminia Mandarini hanno fatto il punto sulla flora e la fauna del Lambro. «Il danno nel suo esatto ammontare non è stato ancora quantificato - hanno precisato i due rappresentanti del Wwf -, ma è certo che sulle sponde del Lambro sarà necessario rimuovere le sterpaglie incatramate di petrolio. Per il momento gli unici animali in difficoltà sembrano essere un cormorano e alcuni pesci, ma invitiamo i cittadini a segnalarci eventuali situazioni critiche». Se Giulietta Pagliaccio (Legambiente) ha rimarcato l’importanza nella vicenda delle associazioni ambientaliste, «punto di riferimento importante per i cittadini che cercavano informazioni sull’accaduto», Rossana Rinaldi (assessore a Dresano) ha invece sottolineato «la scarsità di informazioni a livello istituzionale». L’ultima battuta è stata dell’ex sindaco Pietro Mezzi, oggi capogruppo di “Melegnano sostenibile”: «In settimana il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno presentato dai gruppi di minoranza, con cui tra l’altro invita il comune a costituirsi parte civile contro i colpevoli di quanto accaduto e fissa nel 23 febbraio di ogni anno la “Giornata del fiume pulito”. Non escludiamo infine di rivolgerci al prefetto di Milano per capire cosa è successo davvero quel giorno a Melegnano».Fonte: Il Cittadino
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