L’acqua del rubinetto si può bere. A ribadirlo con una nota, inviata ai sindaci del Sudmilano, è l’Azienda sanitaria locale di Milano 2. «Attualmente - spiegano i medici del dipartimento di prevenzione - non vi è alcun rischio per la salubrità dell’acqua potabile erogata dagli acquedotti pubblici in relazione al recente episodio di inquinamento del Lambro». Parole che tranquillizzano i cittadini del melegnanese, anche se lo stato del Lambro continua a preoccupare. A questo proposito, in queste ore, è scattato l’allarme per la presenza di pescatori abusivi nel fiume sporco di petrolio. Alcune persone, infatti, sono state viste pescare nel Lambro all’altezza del Montorfano, quartiere nella periferia est cittadina. Dopo la segnalazione da parte di un gruppo di residenti, sul posto si sono precipitati gli agenti della polizia locale di Melegnano, alla vista dei quali i pescatori abusivi sono fuggiti a tutta velocità facendo perdere in pochi minuti le proprie tracce.Martedì scorso, a poche ore dallo sversamento di migliaia di litri di petrolio nel Lambro, il sindaco Vito Bellomo ha emesso un paio di ordinanze che non lasciavano adito ad alcun tipo di dubbio: «Vietiamo l’utilizzo dell’acqua del fiume Lambro - si legge nel provvedimento -, di eventuali derivazioni in rogge locali, la pesca e l’utilizzo alimentare del pescato». Sempre che nel Lambro, ridotto a cloaca da decenni e ora messo definitivamente in ginocchio dall’onda oleosa, si trovi qualcosa da pescare. Con un nuovo provvedimento emanato nella giornata di mercoledì, poi, il sindaco ha invitato «tutti i proprietari di pozzi d’acqua per uso potabile e agro-zootecnico in prossimità del Lambro ad effettuare tempestive verifiche qualitative prima di destinarla al consumo diretto e indiretto dell’uomo, degli animali e delle colture agricole». Entrambe le ordinanze sono tuttora in vigore, come ha confermato nelle scorse ore l’inquilino di palazzo Broletto. Non c’è invece alcun tipo di rischio per l’acqua potabile, come ha chiarito Bellomo. «Anche oggi (lunedì per chi legge ndr), infatti - ha spiegato -, l’Asl ci ha assicurato che non vi è alcun pericolo per la salubrità dell’acqua potabile erogata dagli acquedotti pubblici». Anche Melegnano è stata duramente colpita dalla tragedia del Lambro, che del resto attraversa per buona parte la città. Le prime chiazze nere sono comparse martedì scorso attorno alle 13.30, mentre ben preso la marea di petrolio sversata all’alba da una raffineria del monzese è diventata sempre più consistente. «Siamo stati quindi noi i primi a renderci conto della gravità della situazione, con il centro storico di Melegnano «invaso» da migliaia di litri di idrocarburi nauseabondi - ha affermato Bellomo -. Nel tardo pomeriggio, poi, sono state messe in acqua una serie di idrovore per aspirare il petrolio». In questi giorni dovrebbero prendere il via le indagini per verificare l’entità dei danni, mentre il comune di Melegnano ha deciso di costituirsi parte civile contro i colpevoli dell’accaduto.Fonte: Il Cittadino
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