venerdì 19 marzo 2010

San Donato - Anche il Garante si chiama fuori: «Sulle riprese decida il consiglio» - L’autorità per la privacy chiamata in causa dal presidente Compagnone

In materia di video riprese e registrazioni vocali delle sedute in aula consiliare, i cittadini devono far capo alle «disposizioni eventualmente adottate dal comune». Queste le indicazioni dettate dal Garante della privacy nei giorni scorsi, a cui è tornato a fare appello un sandonatese, al fine di andare a fondo sul divieto imposto con un cartello in aula. La vicenda è così tornata anche a scaldare il confronto tra una rete di residenti del territorio che su questo argomento sono intervenuti ancora una volta sul forum Recsando. Nel frattempo anche lo stesso presidente del consiglio Luca Compagnone ha fatto appello al Garante, sottoponendo il caso del capogruppo di Rifondazione comunista Massimiliano Mistretta che, nonostante le indicazioni, registra comunque i dibattiti per metterli a disposizione della cittadinanza sul sito internet del partito. Alcuni residenti del resto ricordano che, non essendo la questione menzionata nel regolamento del consiglio comunale, fino a disposizione diversa, eventuali ulteriori misure, dal canto loro, non dovrebbero avere valore. Mentre da parte del comune, il diktat messo nero su bianco sui cartelloni rappresenta già una disposizione rivolta al pubblico e agli stessi consiglieri. A distanza di alcuni mesi dall’incontro pubblico promosso da un gruppo di persone animate dal desiderio di iniziative che tengano alte le opportunità di partecipazione, tra i più interessati al tema sono rimasti dei punti interrogativi aperti. Nel frattempo Compagnone ha annunciato che la stesura del nuove codice di regole, che farà chiarezza su diritti e divieti, è a buon punto. In attesa del debutto del nuovo regolamento rivisto e adattato alle esigenze moderne, in cui la tecnologia ha ormai preso il sopravvento, Mistretta ha dichiarato pubblicamente che in nome della trasparenza continuerà a registrare le voci dei consiglieri, per poi mettere online i confronti che si tengono in aula.Fonte: Il Cittadino  

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