«In democrazia chi sbaglia paga, e Formigoni adesso rischia di pagare più di prima. Perdere sul campo, ma anche in tribunale». Così ha dichiarato martedi sera a San Donato Filippo Penati, grande antagonista del governatore uscente nello scontro che, tra mille carte bollate, pare proprio che si giocherà a turno unico il 28 e 29 marzo. Penati è stato accolto da un centinaio di persone, nonché da buona parte dei coordinatori Pd del Sudmilano e dall'ex sindaco di San Donato Achille Taverniti. «In Lombardia possiamo farcela - ha scandito Penati - sia con il programma, sia perché questo pasticcio delle liste ormai si è messo contro chi l'ha messo in scena. Il Tar non ha affatto emesso, né sabato né lunedi nè mai, una sentenza sul numero di firme valide raccolte dal listino del presidente Formigoni. Le firme valide il Pdl secondo noi non le ha mai avute e mai le avrà. Il Tar ha semplicemente detto che il primo ricorso che ha escluso la lista del presidente non era valido nelle modalità. Ma se le firme non ci sono, c'è il rischio che il 28 marzo si voti per nulla». L'ex presidente della provincia di Milano ha quindi calcato la mano su altre deficienze che sarebbero affiorate con l'accanimento sulla questione liste: «È venuto fuori il bubbone del sistema elettorale regionale. La Lombardia si tiene queste tortuosità delle firme e dei timbri perché altrimenti dovrebbe mettere il tetto dei due mandati al presidente: e Formigoni è al quarto». Infine gli argomenti propriamente di contenuto: «Dopo 15 anni di monopolio, Formigoni e chi lo appoggia sono diventati ormai un blocco di potere logorato. Milano non ha un aeroporto decente ma ha subito l'operazione Alitalia e spera in un federalismo che non si vedrà mai. I buoni scuola vanno per metà a chi guadagna dai 50mila euro in su e i bonus famiglia servono a 200 persone in tutta la regione. Bisogna cambiare».Fonte: Il Cittadino
Nessun commento:
Posta un commento