sabato 13 marzo 2010

Somaglia - Monticchie, uccelli prigionieri nelle reti - Il blitz scoperto dal segretario di un’associazione ornitologica: «Decine di volatili potevano rimanere uccisi» - I vandali sabotano le strutture per la cattura e il censimento

Strage di uccelli sfiorata all’oasi naturalistica delle Monticchie: sabato scorso ignoti hanno aperto le reti utilizzate dal centro provinciale d’inanellamento per la cattura dei volatili, e due uccelli vi sono rimasti impigliati e sono morti. Se il danno non fosse stato scoperto per caso, potevano rimanere uccisi decine e decine di volatili.Verso sera, infatti, Fabio Scalzotto, segretario del Grol, il Gruppo di ricerche ornitologiche lodigiano che gestisce la stazione, durante un giro nel parco ha deciso di passare dalla stazione e ha quindi scoperto l’accaduto.«Ho visto le reti aperte e ho capito che qualcosa non andava perché non erano previste operazioni di cattura - spiega Scalzotto -. Ho trovato imprigionate una capinera già morta e una cinciallegra ancora viva, sia pur stremata. L’ho liberata con grande cautela, ma mi è morta in mano, subito dopo la liberazione».Alla stazione d’inanellamento, ogni due o tre settimane, si aprono le reti per la cattura, circa 120 metri quadrati totali di rete a maglia finissima: qui gli uccelli rimangono impigliati, ma i volontari verificano tempestivamente le reti, liberano gli uccelli, li censiscono con peso, misure e stato di salute generale, e mettono loro l’anello di riconoscimento per i successivi controlli. Sabato scorso, probabilmente in tarda mattinata, ignoti hanno raggiunto la stazione, lontana dai sentieri di passeggio, hanno aperto le prime due reti per circa una dozzina di metri quadrati, un’operazione né banale né immediata, e poi se ne sono andati, abbandonando gli uccelli a un tragico destino. Le reti infatti sono realizzate in modo che i volatili vi restino impigliati: se non sono liberati subito, vanno incontro a una lenta agonia e alla morte per stenti e spavento. In poche ore, soprattutto nel primo mattino, si possono catturare cinquanta o sessanta uccelli. Se Fabio Scalzotto non fosse passato per caso dalla stazione, le reti non sarebbero state scoperte fino all’indomani o forse addirittura per giorni. Si è sfiorata una strage.«Negli ultimi cinque o sei mesi abbiamo subito diversi atti di vandalismo, tagli nelle reti o rottura dei supporti, ma quello di sabato è un atto criminale vero e proprio - spiega Scalzotto -. Abbiamo atteso a renderlo pubblico perché è stato prima informato il direttivo del Gruppo. È stato un gesto odioso rivolto contro il centro di inanellamento e finalizzato a intimorire e demoralizzare la nostra presenza nell’oasi. Ma noi continueremo con determinazione il nostro lavoro».Il sospetto è che i responsabili del gesto non siano semplici vandali, ma bracconieri infastiditi dalla presenza dei naturalisti nell’oasi e ora preoccupati per la posa di alcune videocamere di sorveglianza per gli accessi al parco. Amministrazione provinciale e comunale hanno già promesso di intervenire intensificando la vigilanza e con la prossima installazione di un impianto di videosorveglianza anche per il controllo della stazione.Fonte: Il Cittadino

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