Allarme a sirene spiegate anche a San Zenone per la rivoluzione treni. Con il metrò leggero dalle 5.30 alle 21.30, in funzione dal prossimo 13 giugno, il viaggio mattutino in direzione della metropoli diventa per molti un problema. La rivoluzione del “treno ogni mezz’ora”, infatti, secondo i rappresentanti del Comitato viaggiatori e pendolari di San Zenone al Lambro, nasconde diverse insidie. In primis, quella soppressione dei convogli regionali già sottolineata da diversi gruppi del territorio. Solo a Casale, ad esempio, a scomparire dal tabellone e dalle abitudini dei pendolari saranno 11 treni. «Il risultato per San Zanone è che molti si troveranno costretti a prendere un treno all’alba per poter raggiungere in orario gli uffici - ha spiegato Giusy Messina, membro del Comitato - ; il treno utile per arrivare a Milano senza essere costretti a chiedere permessi per i ritardi è quello delle 7.04, ma questa scelta significa anche essere sul posto almeno mezz’ora prima del necessario». Insomma la rivoluzione del metrò leggero per i pendolari di San Zenone significa delusione e disagi. «Nelle ore di punta, e quindi dalle 7 alle 9 e dalle 17 alle 19, la linea S1 non farà che peggiorare il servizio, aumentando i tempi d’attesa - scrivono in una nota i membri del comitato - : si passerà dagli attuali 15-20 minuti odierni alla mezz’ora. Un cambiamento che nelle fasce critiche crea un disagio». Per questo i membri del Comitato chiedono che, «con fermezza e cortese urgenza», Regione Lombardia assicuri almeno altre due fermate dei regionali a San Zenone nella fascia critica: uno intorno alle 7.15 e uno intorno alle 8.45. Anche comuni e province, secondo i viaggiatori, devono fare la loro parte e farsi portavoce di un’esigenza «urgente e improcrastinabile», attraverso dibattiti e ordini del giorno nei rispetti consigli da discutere, approvare e inviare in Regione Lombardia. «Questi mattina siamo stati contattati dalla Provincia di Lodi per spiegare le nostre ragioni e questo è un buon segno - ha detto ancora Giusy Messina - ; c’è ancora tempo per cambiare le cose».Fonte: Il Cittadino
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