lunedì 26 luglio 2010

I Comuni del sud Milano - Zelo Surrigone

Mulino Merina (nella foto) - Il nome Zelo ha origine dal latino Agellum, che significa campo coltivato. Si può quindi supporre che le origini di Zelo siano di epoca romana, quando era consuetudine da parte degli imperatori donare in premio ai legionari terreni coltivabili. Sulle ceneri del villaggio romano sorse poi un Castello cinto da mura e da fossato con una chiesetta dedicata a Santa Giuliana e poche case. Fu nel secolo XIII che prese l'appellativo di Serugono, a ricordo d'una famiglia milanese che aveva molti possedimenti a Zelo. Nell'epoca franca, Zelo fece parte del comitato di Milano: castello, luogo e fondo, furono posseduti da molte famiglie nobili milanesi. Il suo territorio era formato da campi, prati, selve di castagneti, vigne con acqua, grazie anche all’antichissimo fontanile della Mischia che già nell’XI sec. serpeggiava tra i campi e ancora oggi fornisce acqua attraversando la Cascina Merina ed il suo mulino e allo scavo successivo delle rogge Longona e Sant’Ambrogio. Nel 1483 il duca Gian Galeazzo Sforza vendeva il feudo al nobile Giacomo Biglia, maestro delle entrate ducali straordinarie e nei secoli successivi passò ai Varese di Rosate che lo cedettero allo spagnolo Giovanni Garcia dell’Hoyo. Nel XVIII Francesco Maria Casnedi acquistò numerosi possedimenti tra cui molti terreni e la villa che si trovavano sul territorio di Zelo. La Famiglia Casnedi resterà proprietaria del territorio per oltre anni, finché il conte Federico Confalonieri ereditò il palazzo dalla madre Maria Antonia, ultima discendente dei vecchi feudatari del paese. Il conte fece installare nelle ali laterali una filanda che diede lavoro alle donne dei dintorni, fino ad allora dedite ai lavori di casa ed a quello nei campi. Zelo Surrigone fa parte del Parco Agricolo Sud di Milano e la sua economia è ancora oggi largamente fondata sull’agricoltura, soprattutto sulla coltivazione del riso e del mais. Molte le cascine disseminate sul territorio, alcune delle quali conservano qua e là qualche ricordo delle antiche architetture, del lavoro dei contadini e delle mondine o mondariso, come vengono chiamate qui.

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