La Paullese è la strada con più incidenti di tutto il Lodigiano probabilmente perché «in quel tratto la carreggiata è molto “aperta” e invita alla velocità». Ne è convinto Enzo Galbiati, coordinatore dei sindaci della Paullese per la viabilità e il trasporto pubblico, che vede come unica soluzione l’allargamento dell’ex statale fino al ponte sull’Adda con due corsie per senso di marcia, come previsto nel progetto di riqualificazione. «Quell’opera risolverebbe in un colpo sia i problemi di viabilità che di sicurezza, perché non ci sarebbero più sorpassi azzardati e invasioni di corsie».Secondo una rilevazione fatta dalla prefettura di Lodi, infatti, e diffusa nei giorni scorsi, proprio quei tre chilometri della Paullese nel territorio di Zelo (compresi fra il ponte sull’Adda e la rotonda di Merlino) hanno fatto registrare negli ultimi quattro anni (dal 2006 al 2009) il più alto tasso di incidentalità di tutto il Lodigiano, con una media di oltre 21 schianti per chilometro, quasi il doppio rispetto alla via Emilia e alla provinciale 235. «Da Paullo fino al ponte di Spino la strada è “aperta” e molto larga e questo invita gli automobilisti a schiacciare sul pedale dell’acceleratore - aggiunge Galbiati -. L’unica opera che è stata fatta in questi anni per rallentare la corsa delle auto è la rotondina di Merlino, decisamente troppo poco».Ma Galbiati si dice preoccupato anche sull’ipotesi che i lavori che stanno interessando la Paullese si blocchino a Settala all’incrocio con la Cerca e che il secondo lotto, quello che dovrebbe arrivare appunto fino alle porte di Spino, venga “congelato” per mancanza di fondi. «Sapremo qualcosa di più solo fra qualche settimana, dopo la Finanziaria, quando la Regione farà il suo bilancio e contabilizzerà i tagli dallo Stato decidendo quali opere tagliare. All’appello mancano anche 13 milioni di euro che avrebbe dovuto fornire la Provincia di Milano, ma se la Regione dovesse decidere di andare avanti a quel punto anche la Provincia farà di tutto per reperire il denaro necessario. Speriamo che non i lavori non vengano piantati a metà e che si trovi la maniera di andare avanti».Fonte: Il Cittadino
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