Non è stato ancora rintracciato il responsabile dello sversamento abusivo di idrocarburi (probabilmente gasolio) nelle acque del Sillaro, a Lodi Vecchio, nel tratto comunemente chiamato roggia Balzarina. Ieri pomeriggio i responsabili dell’Arpa hanno confermato che l’origine dello sversamento per ora non è stata individuata. L’inquinamento era stato notato alcuni giorni fa, venerdì 6 agosto, da un cittadino residente a Lodi Vecchio, che aveva subito lanciato l’allarme. Il tratto di Sillaro inquinato si trova lungo la strada provinciale 115, all’altezza della rotatoria che permette di immettersi in via Strabone e, da lì, entrare nel centro abitato di Lodi Vecchio. In quel tratto il Sillaro costeggia un parco pubblico e accoglie le acque di un piccolo colatore, intubato, che arriva dalla zona industriale. Proprio da questo colatore, secondo quanto accertato, gli idrocarburi sarebbero entrati nel Sillaro. Una volta lanciato l’allarme, sul posto erano arrivati i tecnici dell’Arpa e gli agenti della polizia provinciale. Il sindaco di Lodi Vecchio, Giancarlo Cordoni, aveva invece firmato l’ordinanza per vietare l’irrigazione con l’acqua della roggia. Per cercare di bloccare il liquido inquinante, che galleggiava sopra il livello dell’acqua, gli addetti della Provincia avevano sbarrato il corso del Sillaro posizionando dei “salsicciotti”, simili a quelli utilizzati solo alcuni mesi fa per fermare il fiume di petrolio finito del Lambro dopo l’incidente di Villasanta (Monza). Ieri mattina i “salsicciotti” erano ancora al loro posto: da un lato dello sbarramento la superficie dell’acqua si presentava nera come la pece e oleosa, dall’altro lato invece l’acqua aveva l’aspetto di sempre, resa forse un po’ più scura dalle precipitazioni di sabato e domenica. Oltre ai “salsicciotti”, nel Sillaro i tecnici provinciali avevano anche inserito dei cuscinetti assorbenti. In attesa che il Sillaro, nel tratto inquinato, torni al suo aspetto originario, restano in piedi due ipotesi. La prima è che tra giovedì 5 e venerdì 6 agosto si sia verificato uno sversamento abusivo di idrocarburi nella zona industriale, arrivato fino al Sillaro tramite il colatore che costeggia la provinciale 115. La seconda ipotesi è che la sostanza inquinante fosse già da tempo presente all’interno del colatore e il maltempo ha semplicemente aumentato il volume di acqua presente nelle tubazioni, smuovendo la sostanza inquinante. «Alcune ore prima dell’allarme per l’inquinamento, il Sillaro era uscito dagli argini, ma semplicemente a causa delle piogge - ha spiegato ieri il sindaco di Lodi Vecchio -, il giorno dopo invece è apparsa la chiazza scura. Fortunatamente l’allarme è stato circoscritto e più avanti, nel corso del Sillaro, non sono state trovate altre chiazze. I responsabili non sono ancora stati individuati». Fonte: Il Cittadino
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