venerdì 21 gennaio 2011

San Donato - «Quanti dubbi sul nuovo palazzo Eni» Presentato un documento in comune nel quale vengono chieste precise garanzie: «Il rischio è un collasso della viabilità» I sindacati dei lavoratori sono perplessi su parcheggi e servizi

«Il nuovo palazzo uffici verrà dotato di parcheggi per tutti i 3mila 500 lavoratori che sarà chiamato ad ospitare? Avrà un’area di ristorazione? Il progetto include anche il sistema integrato di trasporti di cui si parla da tempo?». Questi i principali interrogativi sollevati dalla rsu di Eni Exploration & Production, che rappresenta oltre 2mila dei 3600 lavoratori previsti nella futura cittadella per colletti bianchi. Determinati a restare fuori dal dibattito politico che tornerà ad infiammare l’aula in fase di approvazione del piano di intervento, con cui si concluderà l’iter urbanistico, i rappresentanti dei lavoratori in un documento protocollato nei giorni scorsi in comune chiedono ferme garanzie in termini di servizi. Spiegano che la quota di personale destinata al nuovo complesso al momento, è ripartita tra il quinto palazzo uffici, la Torre Alfa Galotti, la Torre “A” del complesso E-Tower e il Centro studi, con una dotazione complessiva che si attesterebbe sui 1800 posti auto. Troppo pochi, secondo i firmatari dell’istanza, per accontentare tutti. «L’attuale situazione - viene infatti messo in evidenza - è critica perché vede un deciso sovraffollamento di queste strutture a libero accesso che necessiterebbero di ampliamenti. Se aggiungiamo che in questa zona del comune di San Donato gli altri parcheggi esistenti, oltre ad essere a pagamento, sono spesso “completi” (vedi silos del metrò) e che l’intera area è a regolamentazione di sosta con tempi massimi consentiti di due ore, temiamo fortemente che la chiusura dei parcheggi esistenti porti al collasso della situazione sia viabilistica che di sosta». Ma il timore di battaglie quotidiane tra colletti bianchi non si ferma alla contesa di uno spazio per l’auto, bensì coinvolge anche il capitolo della mensa. «Con l’impossibilità - è stato fatto presente - di usufruire della mensa del quinto palazzo uffici, che fornisce circa 2mila pasti, il numero di persone previste per il sesto non potrebbe essere ristorato né dalle strutture esistenti in San Donato, con pochi coperti e già assai affollate, né dalla sola mensa esistente in via Salvo». Infine, torna a galla l’atteso piano di trasporti, inteso come rete interaziendale tra i principali colossi della città. Un’avventura all’insegna delle navette, che non è mai decollata. «Da ben due anni e mezzo - ricordano i sindacati - stiamo aspettando che la giunta comunale predisponga un sistema integrato per il trasporto pubblico di concerto con Eni e le aziende presenti ed operanti sull’area. Questo progetto, più volte annunciato, non ha ancora visto alcuno sbocco concreto né sembrerebbe disponibile in tempi brevi. Nel caso l’amministrazione pubblica verifichi l’impossibilità di avviare tale sistema integrato, Eni dovrebbe essere obbligata a garantire per i propri lavoratori un trasporto adeguato per numeri e frequenze dalle principali stazioni del trasporto pubblico fino alle sedi di lavoro, facilitando in questo modo la fruizione dei mezzi di trasporto collettivi e pubblici in modo da alleggerire l’impatto della circolazione di mezzi privati nell’area in questione». Fonte: Il Cittadino

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