sabato 29 gennaio 2011

Treni, con i nuovi orari disagi quotidiani - L’associazione dei passeggeri rinnova le proteste per i ritardi e le condizioni di viaggio, spesso al limite della decenza - Ma almeno per i pendolari arriva lo sconto sugli abbonamenti

Il ritardo è ormai la norma, il decoro un ricordo, il sovraffollamento un'abitudine: nell'ultimo mese e mezzo, da quando è entrato in vigore il nuovo orario invernale, letteralmente ogni giorno la tratta pendolari tra Milano e Piacenza presenta qualche problema. E intanto lunedì e martedì per i pendolari alle prese con il rinnovo dell'abbonamento arriva lo sconto del 20 per cento: a novembre le direttrici 21 Milano-Codogno-Piacenza, e anche la 24 Pavia-Casalpusterlengo-Codogno, non hanno soddisfatto gli indici di affidabilità del servizio, e quindi scatta il bonus riduzione.  «Purtroppo dal monitoraggio quotidiano che facciamo del servizio, e che poi condividiamo con i responsabili della Regione Lombardia, emerge che ogni giorno c'è qualche piccolo o grande problema - spiega Roberto Borghi dell'Associazione Pendolari di Casalpusterlengo -. Abbiamo chiesto ai pendolari di farci arrivare le segnalazioni, e ne fioccano in continuazione, grazie anche alla voglia e all'impegno dei viaggiatori, che non si danno per vinti. Solo l'anno scorso, pur tra tanti disagi, ci potevano essere almeno due o tre viaggi la settimana che avvenivano secondo gli orari programmati. Oggi questo non accade più, e se capita che sia andata che ritorno si facciano senza problemi né ritardi è un evento eccezionale». Anche ieri mattina quasi tutti i treni hanno avuti ritardi di 10 o 15 minuti e ancora martedì il treno in partenza da Rogoredo alle 18.29 inspiegabilmente si è fermato a Lodi per 35 minuti per lasciare la precedenza a ben quattro convogli, di cui almeno uno sarebbe dovuto transitare sulla linea veloce dedicata e non su quella destinata ai pendolari. Una circostanza che si ripresenta sempre più spesso e che vede immancabilmente penalizzati i pendolari lodigiani. Tutto questo poi si associa a una serie di problemi che sono andati peggiorando nel tempo, primi fra tutti quello del decoro e del sovraffollamento. «Quando si sale sul treno, le poltrone sono invariabilmente rotte o sporche, e il comfort è un'illusione, con il riscaldamento spesso spento - continua Borghi -. Poi nelle ultime settimane quasi tutti i treni degli orari di punta hanno almeno una carrozza chiusa e inutilizzabile, con il risultato che i pendolari si ammassano in quelle libere e il viaggio diventa una specie di trasporto bestiame. Mercoledì, in occasione dello sciopero, era prevedibile un maggior afflusso di viaggiatori, ma i treni avevano lo stesso alcune carrozze chiuse». Infine ci sono i casi disperati, come il “sequestro” di centinaia di passeggeri avvenuto una settimana fa, con il Regionale 2661 da stazione Centrale delle 18.20 per Mantova fermo in campagna per tre ore, con i bagni chiusi e racconti da incubo su come alcuni pendolari abbiano espletato i propri bisogni corporali. «La sensazione diffusa è che Trenitalia Le Nord stia investendo soltanto sulla linea veloce, trascurando del tutto le esigenze dei pendolari che pure pagano biglietti e abbonamenti - conclude Roberto Borghi -. Nella Regione Lombardia abbiamo trovato attenzione e disponibilità al confronto, e proprio per questo svolgiamo un grande lavoro di recupero di dati e segnalazioni, in modo da fornire informazioni corrette e di prima mano». Fonte: Il Cittadino

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