Un treno merci si blocca nel mezzo della campagna e sulla linea ferroviaria si scatena il caos. Ieri mattina intorno alle 8 i pendolari lodigiani hanno impiegato un’ora per raggiungere Milano, costretti a subire pesanti ritardi e a infilarsi nelle uniche carrozze disponibili, finendo schiacciati come sardine. Tutta colpa del convoglio fermo tra San Zenone e Melegnano a causa di un guasto sulla linea. I passeggeri però non hanno ricevuto nessuna informazione che spiegasse loro quello che stava accadendo.Alla stazione di Lodi, il tabellone era quasi un bollettino di guerra: «I treni a lunga percorrenza che alle 7.10 dovevano procedere verso Piacenza alle 8 non erano ancora arrivati - racconta Michele Merola, uno dei pendolari -. Il convoglio suburbano delle 7.55 è sparito, mentre quello delle 8.01 ha fatto tutte le fermate e naturalmente era pieno di gente, tutti coloro che avrebbero dovuto prendere il mezzo precedente si sono riversati sull’unico disponibile. Ci sono voluti 60 minuti per arrivare a Milano. Io sono salito sul treno delle 8.07 - aggiunge Merola -, che è partito alle 8.20. Due carrozze erano chiuse, così i viaggiatori se ne stavano in piedi uno attaccato all’altro. Quando alla stazione di Lodi abbiamo chiesto al capotreno delle spiegazioni, ci hanno anche trattati male».I passeggeri della Bassa sono incappati in quella che definiscono una “beffa”. A Codogno hanno preferito aspettare il convoglio 20412, più comodo del Vivalto su cui è impossibile trovare posto. Si deve aspettare solo qualche minuto in più: «Ho preferito ritardare nella speranza di fare un viaggio più comodo e invece sono arrivato con oltre un’ora di ritardo a Milano - dice un pendolare -. È arrivato in stazione con 10 minuti di ritardo e poi siamo stati fermi in campagna. A dare fastidio più di ogni altra cosa è la continua, ininterrotta catena di anomalie e problemi sulla linea: ogni giorno ce n’è una. Io per esempio solo 10 giorni fa ero sul treno delle 18.30 in partenza da Milano che è rimasto fermo in campagna per tre ore. E inoltre, su treni stipati dove è difficile anche muoversi, nessuno si degna di darti una spiegazione, nessuno ti considera un cliente, nessuno si preoccupa se ci sono persone che stanno male: è vero che con le spiegazioni non risolvi i problemi, ma forse ti senti un po’ meno un arredo del treno e un po’ più utente». Sullo stesso convoglio viaggiava Roberto Borghi del Comitato pendolari, che in tutti questi mesi ha cercato di tenere aperto il dialogo con la regione Lombardia per segnalare i disservizi. «Siamo stati lasciati completamente senza informazioni - dice - e fermi a fianco del treno merci bloccato in campagna abbiamo visto transitare altri convogli, almeno 5, di cui 2 dedicati alla S1, tutti in direzione Piacenza. Il nostro treno era molto affollato, una donna incinta ha fatto fatica a raggiungere la carrozza passeggeri per sedersi; alle 8.22 è ripartito fermandosi però in tutte le stazioni. Le stazioni erano piene di gente che cercava di trovare il primo mezzo utile. Finalmente abbiamo raggiunto Rogoredo alle 9». Con più di un’ora di ritardo. Fonte: Il Cittadino
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