mercoledì 9 marzo 2011

Melegnano - Villa Redentore, la lunga agonia - Nel parco campane per la raccolta del vetro e rifiuti “dimenticati”, mentre la struttura cade a pezzi. Sporcizia e abbandono dopo le aste andate a vuoto

Declino inesorabile per villa Redentore. Ex sede del Pime (Pontificio istituto missioni estere), ex gioiello immerso nel cuore del verde di Vigarolo, da oltre trent’anni è patrimonio del comune di Sant’Angelo. Quello che si scorge oggi, dal cancello arrugginito della proprietà, è una visione di assoluto degrado. Noto anche come palazzo Ghisalberti, il palazzone, che oggi che siede muto in mezzo al deserto, è stato anche sede di una scuola di arte bianca. Per anni poi, più nulla. Solo silenzio e pezzi di vita che si staccano da quello che è sempre più un punto di domanda nel bilancio dell’ente. L’immobile principale, con i suoi occhi dai vetri in larga parte distrutti, è un gigante di tre piani di oltre 500 metri quadrati l’uno. Nel parco di oltre 22mila quadrati, ci sono anche una dependance e i locali di servizio. In quello che un tempo era il giardino, il verde ormai non esiste quasi più. Tutt’intorno alle costruzioni, ci sono rovi, cespugli e alberi che crescono senza continuità, uno vicino all’altro. Dal cancello, di cui ormai si fatica a riconoscere il colore, tanta è la ruggine che si è mangiata la vernice, si riesce anche a dare un’occhiata al grande cortile su cui si affaccia l’immobile principale. Nel grigio dominante del cemento, colpiscono il blu e il verde di una distesa di campane per la raccolta dei rifiuti. Se ne stanno lì, una vicina all’altra, senza alcuna ragione apparente. Come se per quello spazio che da troppo tempo non vede anima viva, almeno si fosse trovato un utilizzo come parcheggio temporaneo. Il complesso è circondato da un muro di cinta, instabile in più punti. In altri, le parti superiori si sono staccate e, con un balzo, si potrebbe facilmente entrare. Il tutto, in assoluta mancanza di sicurezza. La visione di degrado non si ferma guardando dentro al cancello. Facendo due passi all’esterno, camminando sul confine del muro di cinta, si prendono i sentieri sterrati che dai campi seguono il perimetro della cattedrale. E qui, facendo pochi passi, si scopre che intorno al complesso è terra di nessuno. Da un lato ci sono cumuli di bottiglie d’acqua in plastica, compresse come per essere gettate nella differenziata, di fatto poi abbandonate lì, a ridosso della recinzione. Poco oltre c’è un secondo mucchio di rifiuti, in cui si scorgono sacchetti con dentro di tutto. Acquistata sul finire degli anni Settanta per un valore equivalente di circa 220mila euro, la villa è in cima alla lista dei beni del comune in attesa di un compratore. Per ora, però, nessuno si è fatto avanti. L’immobile è finito all’asta per l’ultima volta nell’ottobre 2009 per 1 milione e 116mila euro. Neppure lo sconto del 7 per cento sul valore dell’Agenzia del territorio, è riuscito a convincere gli eventuali compratori. E non ci sono buone nuove all’orizzonte. A quasi un anno e mezzo di distanza da quell’ultimo tentativo, il comune non ne ha predisposti altri. Il futuro di quel pezzo di storia rimane, sempre più, un punto interrogativo. Fonte: Il Cittadino

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