Dovrebbe essere la parte più agevole nella routine dei pendolari che dal Lodigiano si riversano a Milano e invece si trasforma spesso in un’avventura nell’avventura: lasciare la macchina nel parcheggio di San Donato per prendere la metropolitana “gialla” potrebbe essere meno semplice del previsto. Il silos del Sudmilano esce con le ossa rotte dal quadro, decisamente desolante, che ne è stato fatto dal sindacato Filt Cgil nel rapporto “Non è un paese per pendolari”, presentato ieri mattina a Milano. «Si tratta di struttura ormai incapace di accogliere il traffico del mattino, in arrivo sia dalla via Emilia che dalla Paullese - dice il segretario del sindacato Nino Cortorillo, a sua volta pendolare e assiduo ospite del parcheggio di San Donato -. Già alle 9 tutti i sei piani di entrambe le strutture sono completamente saturi. E il risultato è che o si accetta di fare una coda tipo esodo estivo, con pochissime possibilità di successo, perché a quell’ora non si capisce chi possa uscire o, come fanno tutti, si gira la macchina, si rinuncia a prendere la metropolitana e ci si avventura in città». I dati diffusi dal sindacato non lasciano scampo: «Il parcheggio dal lato Emilia ha una capienza di 947 posti auto a cui se ne sommano 22 riservati ai disabili. In tutto possono entrare 960 macchine e la media di ingressi giornalieri è di 950 macchine». Il che significa che per un utente occasionale, o solo ritardatario, trovare un posto è una scommessa persa quasi in partenza. La storia non cambia sul lato opposto, quello della Paullese. «Ci sono 969 posti disponibli e una media di ingressi giornalieri che stimiamo superi i mille, con una differenza, media, di 31 posti tra la domanda e l’offerta». La richiesta dei sindacati dunque è chiara. Prima di tutto servono più spazi: «È impensabile - prosegue Cortorillo - che non si sia pensato a un area di sosta nei pressi della stazione di Rogoredo, dove benché in pochi anni siano raddoppiati i binari e siano arrivati il passante e l’alta velocità non è cambiato pressoché nulla da un decennio». Ma non è tutto: servono anche più servizi e agevolazioni per i pendolari. «Il parcheggio di San Donato è caratterizzato - continua il sindacalista - da un sistema di abbonamenti che non saprei come definire se non “borbonico”. Ci sono pochi tagliandi che vanno esauriti nel giro di pochi minuti. Un abbonamento al silos, lo sa bene chi si mette in coda dopo le 8, è merce assai rara. Oltre a questo è assurdo che sui piani non ci siano i sensori che possano dire quanti posti liberi ci sono, una tecnologia vecchia di anni che si trova ovunque tranne lì. Altrettanto assurdo è che non ci siano aree del parcheggio illuminate e telecamere dedicate alle donne sole, anche alla luce dei fatti di cronaca di questi ultimi tempi. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Ci sono decine di cose che non vanno, dalle macchinette rotte un giorno si e uno no, al fatto che le corsie di ingresso e uscita siano fisse con un assurdo effetto imbuto che si crea ogni mattina». Fonte: Il Cittadino
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