venerdì 1 aprile 2011

Sant'Angelo - L’affresco rischia di “sparire”: grido d’allarme dalla Musellina - Lo storico dipinto di San Benedetto Labre abbandonato: il parroco lancia l’Sos

La storia passa da Sant’Angelo, ma Sant’Angelo sembra non accorgersene. O quasi. Non si spiega altrimenti il triste e progressivo decadimento del pregevole affresco di San Benedetto Labre, realizzato nel 1883 su un muro della cascina Musellina, per ricordare il passaggio, oltre cento anni prima, del pellegrino francese. La cascina, una delle tante di proprietà della Fondazione Bolognini, è abbandonata da anni, esposta alle bizze del tempo e gravemente danneggiata. L’affresco sembra resistere stoicamente al passare degli anni ma, certo, meriterebbe un futuro migliore: restaurato, collocato in luogo protetto e reso accessibile al pubblico e alla devozione popolare. La pensa così, ad esempio, don Pierluigi Leva, parroco di Maria Madre della Chiesa (una delle due parrocchie barasine). Un paio d’anni fa don Leva aveva chiesto alla Fondazione di potersi occupare dell’affresco. «Avrebbe fatto tutto la parrocchia: avremmo “strappato” l’affresco e l’avremmo salvato, riposizionandolo momentaneamente in oratorio - spiega -. In futuro, alla luce del progetto di restauro della nostra chiesa parrocchiale, avremmo potuto valorizzare il dipinto. E avremmo fatto tutto a nostre spese. Le nostre intenzioni erano serie, tant’è vero che inviammo una formale richiesta, che a quanto mi risulta è arrivata fino a Roma, dove però è stata respinta». E così, a distanza di due anni dal tentativo del parroco del quartiere San Rocco, l’affresco è rimasto al suo posto. «Quel dipinto rappresenta una pagina di storia per la comunità di Sant’Angelo - osserva però don Leva - e andrebbe salvato, tanto più che nella nostra chiesa parrocchiale custodiamo anche una bella reliquia di San Benedetto Labre». A rafforzare le parole di don Leva c’è poi il legame tra la comunità santangiolina è il pellegrino francese. Un legame che affonda le radici nel 1700. Benedetto Giuseppe Labre nasce nel 1748 a Saint Sulpice d’Amettes e a soli vent’anni intraprende la vita del pellegrino. Percorrendo la Via Francigena, nell’autunno del 1770 si ferma alla cascina Musellina, ospite della famiglia di Fermo Savarè e Maria Rancati. Muore il 16 aprile 1783. Papa Pio IX lo beatifica il 7 maggio 1860 e Leone XIII lo canonizza l’8 dicembre 1881. Nell’aprile 1883 si tengono a Sant’Angelo numerose feste religiose in onore del Santo e, sempre in quell’anno, viene inaugurato alla Musellina l’affresco che ritrae il Santo, opera del pittore Vittorio Toscani. Sotto l’affresco viene posta dal parroco monsignor Bassano Dedè una iscrizione commemorativa: iscrizione che oggi è ancora al suo posto. I giornali e gli scritti dell’epoca segnalano l’arrivo alla Musellina di numerosi fedeli, da Sant’Angelo e dai paesi del circondario. Oggi, a 130 anni dalla canonizzazione del pellegrino francese, sarebbe importante salvare l’affresco dedicatogli dai barasini. Fonte: Il Cittadino

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