Legittimo orgoglio per i cantieri della Brebemi che avanzano e legittime
aspettative per il via libera definitivo da Roma alla Tem, che si
attende da un giorno all’altro. Roberto Formigoni, governatore
regionale, ha espresso questo punto di vista ieri volando in elicottero
sopra i cantieri della nuova Milano-Brescia assieme al vice ministro
alle infrastrutture e trasporti Roberto Castelli, all’assessore Raffaele
Cattaneo e ad altre personalità del sistema investimenti. Fra queste
c’è anche la Tem, la Tangenziale esterna milanese, per la quale dalla
metà di settimana scorsa si “profetizza” un capitolo fondamentale: il
parere del Cipe, Comitato ministeriale per la programmazione economica,
che dovrebbe avallare il progetto definitivo in versione riveduta e
“limata” di 150 milioni di euro.
Ieri Formigoni si è aggiunto a chi sente
vicinissimo il parere vincolante dalla capitale ed è tornato a ribadire
questa convinzione, esternando peraltro qualche disappunto: «Siamo in
grado di terminare la Brebemi in meno di due anni - queste le parole del
presidente -. Abbiamo bisogno però che nell’efficienza del sistema non
vengano creati ostacoli. Ci aspettiamo che in queste ore sia convocata
la riunione del Cipe che dovrà dare il via libera definitivo alla Tem;
una riunione peraltro che avrebbe dovuto essere messa in calendario già
alcuni mesi fa». Dunque i tempi sono già in ritardo rispetto a quelli
ottimali e a quelli che consentono fra l’altro l’incastro efficiente fra
il sistema Brebemi e quello della tangenziale esterna, visto che la
direttissima Milano-Brescia necessita, per funzionare appieno, dell’arco
tangenziale da Cerro al Lambro ad Agrate Brianza. La rete autostradale
appare una pedina fondamentale in rapporto al traguardo di Expo 2015,
appuntamento al quale si vuole arrivare con Brebemi e Tem in piena
efficienza. Dunque, l’estate in corso è decisiva: un parere di via
libera dato ora permetterebbe di sfruttare la seconda metà dell’anno per
mettere a regime il progetto esecutivo e quindi passare ai cantieri
veri e propri, tra la fine del 2011 e l’inizio dell’anno venturo.Nel
frattempo il Pirellone evidenzia la sfida già parzialmente vinta dalla
Brebemi, che è riuscita a remare in un mare, quello italico, dove negli
investimenti su larga scala domina la calma piatta (e la maxi
Finanziaria correttiva non aiuta, con le sue norme sulla deducibilità
fiscale dei grandi progetti, nda). «Come ha ricordato il governatore
della Banca centrale europea, Mario Draghi - ha sottolineato Formigoni
-, gli investimenti in infrastrutture in Italia sono scesi negli ultimi
tre anni del 35 per cento. Fa eccezione solo la Lombardia, dove il
movimento finanziario verso le grandi opere è cresciuto, anche in un
periodo di difficoltà economica e di protratta crisi. Stiamo rispettando
tutti i tempi che avevamo annunciato all’inizio, offrendo certezza al
sistema economico e a quello bancario».Fonte: Il Cittadino