martedì 26 luglio 2011

«Entro fine luglio il via libera alla Tem»

Legittimo orgoglio per i cantieri della Brebemi che avanzano e legittime aspettative per il via libera definitivo da Roma alla Tem, che si attende da un giorno all’altro. Roberto Formigoni, governatore regionale, ha espresso questo punto di vista ieri volando in elicottero sopra i cantieri della nuova Milano-Brescia assieme al vice ministro alle infrastrutture e trasporti Roberto Castelli, all’assessore Raffaele Cattaneo e ad altre personalità del sistema investimenti. Fra queste c’è anche la Tem, la Tangenziale esterna milanese, per la quale dalla metà di settimana scorsa si “profetizza” un capitolo fondamentale: il parere del Cipe, Comitato ministeriale per la programmazione economica, che dovrebbe avallare il progetto definitivo in versione riveduta e “limata” di 150 milioni di euro.
Ieri Formigoni si è aggiunto a chi sente vicinissimo il parere vincolante dalla capitale ed è tornato a ribadire questa convinzione, esternando peraltro qualche disappunto: «Siamo in grado di terminare la Brebemi in meno di due anni - queste le parole del presidente -. Abbiamo bisogno però che nell’efficienza del sistema non vengano creati ostacoli. Ci aspettiamo che in queste ore sia convocata la riunione del Cipe che dovrà dare il via libera definitivo alla Tem; una riunione peraltro che avrebbe dovuto essere messa in calendario già alcuni mesi fa». Dunque i tempi sono già in ritardo rispetto a quelli ottimali e a quelli che consentono fra l’altro l’incastro efficiente fra il sistema Brebemi e quello della tangenziale esterna, visto che la direttissima Milano-Brescia necessita, per funzionare appieno, dell’arco tangenziale da Cerro al Lambro ad Agrate Brianza. La rete autostradale appare una pedina fondamentale in rapporto al traguardo di Expo 2015, appuntamento al quale si vuole arrivare con Brebemi e Tem in piena efficienza. Dunque, l’estate in corso è decisiva: un parere di via libera dato ora permetterebbe di sfruttare la seconda metà dell’anno per mettere a regime il progetto esecutivo e quindi passare ai cantieri veri e propri, tra la fine del 2011 e l’inizio dell’anno venturo.Nel frattempo il Pirellone evidenzia la sfida già parzialmente vinta dalla Brebemi, che è riuscita a remare in un mare, quello italico, dove negli investimenti su larga scala domina la calma piatta (e la maxi Finanziaria correttiva non aiuta, con le sue norme sulla deducibilità fiscale dei grandi progetti, nda). «Come ha ricordato il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi - ha sottolineato Formigoni -, gli investimenti in infrastrutture in Italia sono scesi negli ultimi tre anni del 35 per cento. Fa eccezione solo la Lombardia, dove il movimento finanziario verso le grandi opere è cresciuto, anche in un periodo di difficoltà economica e di protratta crisi. Stiamo rispettando tutti i tempi che avevamo annunciato all’inizio, offrendo certezza al sistema economico e a quello bancario».Fonte: Il Cittadino
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